Il piccolo Watergate tra i democratici Usa
Sanzionato dal partito, il senatore del Vermont ha fatto ricorso e ha vinto
Piccolo Watergate tra i democratici: il team del rivale di Hillary, Bernie Sanders, è accusato di aver saccheggiato i file elettorali di Clinton. Sanzionato dal partito, il senatore del Vermont ha vinto il ricorso.
orientamenti politici, culturali, sensibilità su alcuni temi (ambiente, sanità, eccetera) e altro ancora. Tutta questa materia prima è a disposizione dei candidati che costruiscono il loro personale e inviolabile sotto-archivio.
Ogni campagna viene organizzata seguendo strategie di comunicazione sempre più raffinate: le persone vengono catalogate, raggruppate per aree e poi contattate direttamente, via mail, per telefono eccetera. Sapere cosa fanno i concorrenti, evidentemente, potrebbe essere molto utile. La violazione dei file di oggi corrisponde alle intercettazioni con le microspie del 1972.
Bene, venerdì 18 dicembre i dirigenti del partito accertano che quattro utenti riconducibili allo staff di Sanders hanno frugato in 25 file di Hillary Clinton. A quel punto il Comitato nazionale dei Democratici, l’organismo di garanzia del partito, impedisce al settantaquattrenne senatore del Vermont di entrare in ogni database. Una decisione clamorosa e dagli effetti potenzialmente devastanti.
Sanders reagisce a tono: con un ricorso federale chiede di annullare il divieto del partito. Sostiene di essere gravemente penalizzato: senza l’accesso ai dati non può raccogliere 600 mila dollari di donazioni al giorno.
Ieri mattina il Comitato di garanzia riapre le porte digitali a Sanders, pur precisando che l’inchiesta proseguirà. Ma la vicenda non è chiusa. L’outsider decide di trasformarla in un caso politico, accusando il partito di boicottare gli avversari di Hillary Clinton, cioè lui e l’ex governatore del Maryland, Martin O’Malley (dato al 3% nelle preferenze di voto).
Robby Mook, portavoce di Clinton, invece, ne ha approfittato per macchiare la veste immacolata del senatore: «I nostri dati sono stati rubati: non è stato, come sostiene lo staff di Sanders, un errore».
Si vedrà se e come il piccolo Watergate affosserà le possibilità di Sanders che è già scivolato molto indietro nei sondaggi: 31,1% in media, contro il 55,9% della capolista Hillary.