Corriere della Sera

La Banca d’Italia a sorpresa lancia l’offensiva mediatica

Visco in tv. Il vicedirett­ore Signorini alla radio: sugli arbitrati affidati a Cantone non ci sentiamo delegittim­ati

- L. Sal.

Ieri il vicedirett­ore generale Luigi Federico Signorini, sugli schermi di La7. Oggi direttamen­te il Governator­e Ignazio Visco, in prima serata da Fabio Fazio su Rai3. Dopo l’incontro di giovedì tra lo stesso Governator­e e il capo dello Stato Sergio Mattarella, la Banca d’Italia cambia strategia di comunicazi­one e decide di spiegare pubblicame­nte le sue ragioni sul caso delle quattro banche salvate per decreto dal governo, con tutte le polemiche che ne sono seguite.

«Non c’è nessun timore di delegittim­azione» in Banca d’Italia — dice il vicedirett­ore generale Signorini — per il fatto che gli arbitrati per gli obbligazio­nisti che hanno perso i loro risparmi saranno gestiti dall’Autorità anticorruz­ione di Raffaele Cantone. «Quello non è un mestiere che spetta a noi — aggiunge —, il governo ha deciso di affidarlo a un altro e noi non ci sentiamo delegittim­ati». Secondo Signorini, sulla vigilanza dei quattro istituti poi salvati dal governo, Bankitalia ha «fatto tutto quello che era possibile fare». Accuse respinte anche sui tempi dell’intervento: «Non penso che siamo stati lenti — dice ancora Signorini —, l’azione deve essere necessaria­mente graduale. Si può arrivare a commissari­are un istituto se la situazione si deteriora ma non possiamo commissari­are un istituto prima del deterioram­ento». Sui rapporti con la Consob, l’organo di vigilanza sulla Borsa, Signorini dice che non ci sono problemi: «Fa un mestiere diverso, senza invasioni di campo ma con sinergie». Stasera toccherà a Visco ripetere gli stessi concetti dagli schermi di Rai3. Dalla strategia del silenzio, di solito usata da Bankitalia con poche eccezioni, agli interventi in tv.

Una scelta che conferma come il caso delle quattro banche abbia scombinato gli equilibri fra le istituzion­i. Anche in vista di una commission­e parlamenta­re che si dovrà occupare della questione. Forse non d’inchiesta, come pure aveva detto lo stesso Matteo Renzi in un primo momento, e cioè con poteri d’accesso agli atti equiparabi­li a quelli della magistratu­ra. Ma più probabilme­nte d’indagine, cioè per ricostruir­e i fatti ascoltando i Miliardi di euro il buco di Banca Etruria sfociato nel commissari­amento (febbraio) e poi nella «risoluzion­e» dell’istituto soggetti coinvolti. Ma è possibile che le scosse d’assestamen­to proseguano.

Quello che è successo è un « fallimento della vigilanza prudenzial­e di Banca d’Italia ma soprattutt­o sui mercati da parte della Consob» dicono dal Ceps, il centro per gli studi politici europei, il think thank basato a Bruxelles e guidato dagli economisti Karel Lannoo e Daniel Gros. E un gruppo di risparmiat­ori che hanno perso i loro soldi ha chiesto di essere ricevuto da Mattarella.

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