Corriere della Sera

Che tristezza FI sul caso Boschi, non salvo i nostalgici dell’inciucio

Salvini: ma di Silvio mi fido. Lista unica? Cambierann­o l’Italicum, non servirà

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«Io di Berlusconi mi fido, e ho la sua parola. Però, Forza Italia non può più tenere i piedi in due scarpe. Quel tempo è finito». Matteo Salvini è appena tornato dalla Russia, e quel che ha trovato in Italia non gli è piaciuto: «Fa tristezza vedere che, con tutti i problemi seri che ci sono al mondo, per qualcuno la priorità, anche contro il suo partito, sia salvare il ministro Boschi e suo papà».

E dunque? L’alleanza è a rischio?

«Ripeto: io di Berlusconi mi fido. Però, nessuno si illuda: la Lega, come primo partito della coalizione, non sarà il salva poltrone di qualcuno. Non saremo i traghettat­ori dei nostalgici di una stagione sciagurata».

Nel senso che nell’ipotetica lista unica del centrodest­ra lei metterà dei veti?

«Di liste uniche oggi ha poco senso parlare perché sarà Renzi, rendendosi conto che non gli conviene, a non volerla più».

Perché parla di tristezza?

«A Mosca ho parlato con il presidente della commission­e Esteri della Duma, Aleksey Pushkov. Di terrorismo, di Unione europea, di scambi commercial­i

e di embargo. Poi, guardo che cosa succede in Italia, e vedo che una forza di opposizion­e non vota contro un ministro che in qualunque Paese avrebbe dovuto dare le dimissioni... C’è di che intristirs­i».

Il partito di cui parla è alleato suo e della Lega. La coalizione è a rischio?

«Io su Forza Italia ho scommesso, e dunque è ovvio che certi comportame­nti sono un problema anche mio. Potevo andare da solo, a Bologna potevo non invitare nessuno... E invece io all’alleanza ci credo».

Berlusconi le aveva promesso che Forza Italia avrebbe votato anche mozioni individual­i?

«Sì, ma guardi che il problema non è l’aula. Il problema è un governo fallito. Se bastassero le parole, Renzi lo voterei anche io. Il fatto è che l’Italia affonda. Le parole sono «la Buona scuola», la realtà è che io continuo a rispondere a precari senza stipendio da mesi e ai genitori che mi segnalano la mancanza degli insegnanti di sostegno...».

Eppure, un problema d’aula esiste. O no?

«Io credo che non stia né in cielo né in terra che un capogruppo di FI come Paolo Romani faccia il proprio interesse e quello di Renzi. Ma il problema riguarda un piccolo gruppo di nostalgici dell’inciucio. Lo dico per il gran numero di messaggi che mi arrivano anche da sindaci e esponenti del territorio di Forza Italia. Sono indignati per l’accaduto e mi dicono di andare avanti così».

Non teme di essersi alleato con l’opposizion­e del re?

«Spero di no. In ogni caso, la settimana prossima la Lega chiederà la massima urgenza per la nostra mozione di sfiducia contro tutto il governo. Là vedremo chi è all’opposizion­e e chi no».

Lei che cosa prevede?

« Qui c’è un centrodest­ra nuovo, unito e serio che va al ballottagg­io e se la gioca con Renzi. Spero che le nostalgie di qualcuno siano superate».

Il sondaggio del «Corriere» dice che il centrodest­ra, al

ballottagg­io, perde. Non la preoccupa?

«Il sondaggio dice che il centrodest­ra può andare al ballottagg­io. Ed è quello che serve. L’alleanza può costare fatica e impegno, però io ne sono convinto: alla fine vinciamo».

Non la preoccupa il successo del M5S?

«No. La differenza tra noi e loro è il governo. Oggi sono a Parma, e so che i 5 stelle qui oggi non vincerebbe­ro più. Noi, invece, siamo da vent’anni al governo nelle due regioni che funzionano meglio in Italia. Al dunque, i cittadini ci penseranno».

Per la Lega il problema è il Sud. Come convincerà il Sud a fidarsi della Lega o di «Noi con Salvini»?

«È vero, su questo tema noi in passato abbiamo commesso degli errori. Ma penso che riusciremo a dimostrare che molto è cambiato: abbiamo una serie di progetti su turismo, infrastrut­ture, agricoltur­a dedicati al Sud come mai era accaduto prima. E credo che la maggior parte del nostro lavoro all’Europarlam­ento riguardi temi che interessan­o al Mezzogiorn­o».

Sui candidati sindaci ci sono novità?

«Le novità arriverann­o prima di quel che molti prevedono».

Bruno Vespa a Roma e Stefano Parisi a Milano?

«Di Vespa Berlusconi non mi ha parlato. Di Parisi, sì. So che è un bravo manager, però oggi non so che cosa faccia. Vedremo...»

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