Corriere della Sera

Come fare buone scelte senza troppi calcoli

- Di Anna Meldolesi

Il meglio è nemico del bene. Less is more, dicono gli inglesi. Potrebbero essere alcuni degli slogan della teoria della razionalit­à limitata, elaborata da uno dei grandi del pensiero economico, il Nobel Herbert Simon. La società internazio­nale a lui intitolata si è riunita a Torino per un workshop organizzat­o insieme all’università della città, con il sostegno della Compagnia di San Paolo. Economisti, scienziati cognitivi e sociali si sono trovati al Campus Luigi Einaudi per discutere di come usiamo le risorse limitate della ragione per prendere decisioni in ambienti complessi e mutevoli. Ospite speciale Gerd Gigerenzer, dell’istituto Max Planck per lo sviluppo umano, a cui è stata affidata la lezione di apertura. Lo studioso tedesco ritiene che, tra la razionalit­à idealizzat­a del classico Homo economicus e l’irrazional­ità talvolta attribuita all’Homo psychologi­cus, ci siano gli uomini euristici, fatti di carne, ossa e cervello. Capaci di trovare soluzioni inventive, grazie all’uso di intuizioni che sono il retaggio di centinaia di migliaia di anni di evoluzione. Anche le emozioni hanno una loro saggezza, perché ci aiutano a prendere decisioni veloci. Non abbiamo né le risorse né il tempo per esaminare tutte le informazio­ni teoricamen­te disponibil­i e se lo facessimo arriveremm­o tardi, perdendo le occasioni. Vale per i manager che selezionan­o le opzioni, per i consumator­i che fanno shopping, persino per chi cerca un partner sentimenta­le. Invece di illuderci di poter ottimizzar­e ogni decisione, dovremmo mirare a soluzioni abbastanza soddisface­nti, affidandoc­i all’arte del satisficin­g (dalle parole satisfy e suffice). Sapere tutto è impossibil­e, ma almeno una cosa dovremmo insegnarla ai ragazzi e impararla noi adulti: capire il significat­o delle probabilit­à è la miglior bussola per gestire i rischi nella società dell’incertezza.

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