Modelli contrattuali e riforma: prima intesa tra Cgil, Cisl e Uil
L’accordo nel sindacato sui modelli contrattuali c’è. Non è stato ancora condiviso e approvato dagli esecutivi di Cgil, Cisl e Uil. Ma i tre segretari incaricati della partita – Franco Martini per la Cgil, Gigi Petteni per la Cisl e Tiziana Bocchi per la Uil – hanno trovato una quadra.
La svolta è maturata venerdì sera. Ieri mattina al corteo organizzato a Milano per lo sciopero nazionale unitario del commercio si respirava il cambio di passo. Sul palco unitario, insieme con i segretari generali di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, c’erano anche due dei protagonisti della trattativa, Franco Martini e Gigi Petteni. Quest’ultimo è intervenuto dal palco: «Sui contratti non è vero che chi fa da sé fa per tre. La stagione del fare da soli si è chiusa. Oggi qui ne nasce una nuova».
Per quanto riguarda i contenuti dell’intesa, si parla di contratti nazionali con un doppio binario: minimi contrattuali da identificare con una sorta di salario minimo (in modo da evitare l’intervento del governo sulla definizione dei salari minimi stessi). Più una seconda parte di contratto aggiuntiva per tutti e sganciata dai minimi. Nello stesso tempo agli accordi aziendali sarebbe lasciato più margine d’azione. In particolare per quanto riguarda la negoziazione su inquadramenti e orario.
L’accordo interviene anche sulle modalità di partecipazione dei lavoratori al business aziendale. Ma la sfida più grande è un’altra. L’applicazione dell’articolo 39 della Costituzione. Che resta un tabù. Ma a qualcuno comincia a far meno paura.