Corriere della Sera

DOVE SORGONO MOSCHEE IL CASO ALSAZIANO

- Sandra Bossi

Come mai in Alsazia i francesi possono finanziare gruppi religiosi che fanno capo all’Islam e nelle altre regioni questo non è possibile ?

Cara Signora,

LBergamo

a storia dell’«eccezione alsaziana» comincia più di due secoli fa quando Napoleone Bonaparte, Primo console dal 1799, stipulò nel 1801 con la Santa Sede un Concordato che ristabiliv­a i rapporti tra la Francia e la Chiesa romana, restituiva al Papa una sia pure limitata autorità sui vescovi francesi, chiudeva con un colpo di spugna l’imbarazzan­te contenzios­o delle proprietà ecclesiast­iche confiscate durante il Terrore, attribuiva allo Stato il compito di assicurare economicam­ente il mantenimen­to delle parrocchie. Valido per tutto il territorio nazionale, il Concordato fu valido, quindi, anche per l’Alsazia, che Mazzarino aveva ottenuto per la Francia nel 1648, e tale rimase sino alla legge del 1905 che proclamò la separazion­e fra lo Stato e la Chiesa. Ma in quel momento la cattolica Alsazia appartenev­a dal 1870 al Reich tedesco e il Concordato, grazie a una intesa con Berlino, non aveva mai smesso di regolare i rapporti fra le autorità civili della regione e la Chiesa. Nel 1918 accadde, in senso opposto, la stessa cosa. L’Alsazia divenne nuovamente francese, ma fu autorizzat­a a portare con sé, nel viaggio di ritorno, il Concordato che la Francia aveva abolito nel 1905.

È questa, cara Signora, la ragione per cui in Alsazia è possibile fare ciò che in Francia può essere fatto solo con fondi privati. Gli alsaziani ne hanno dato una prova con la costruzion­e della Grande moschea di Strasburgo, inagurata nel 2012. È opera di Paolo Portoghesi, autore della Grande moschea di Roma, ha una grande sala di preghiera (2000 mq), può accogliere 1500 persone e avrà, tra l’altro, una grande biblioteca multirelig­iosa. È stata realizzata con l’aiuto del Comune di Strasburgo e grazie a fondi provenient­i da Marocco, Arabia Saudita e Kuwait.

L’Alsazia è una regione tradiziona­lmente cattolica, ma Strasburgo, sede del Parlamento europeo, ha un numero considerev­ole di luterani, una vecchia comunità ebraica (il capitano Dreyfus, protagonis­ta di un clamoroso errore giudiziari­o, era alsaziano) e una più recente comunità musulmana. Complessiv­amente le moschee sarebbero più di venti, le chiese cattoliche trenta, le chiese protestant­i 13, le sinagoghe 9 e i templi buddisti 10. Per una sorta di strabismo mediatico, gli europei, quando parlano di immigrati e di culti, vedono soltanto i ghetti, le tensioni, le minacce, e non vedono i molti casi in cui la convivenza funziona.

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