Corriere della Sera

Dagli applausi alle prime incertezze Napoli e Fiorentina ricercano se stesse

Contro Atalanta e Chievo per ripartire. Sarri e Sousa: «Ma non dite che siamo in crisi»

- Serie A 17ª giornata Classifica Alessandro Bocci

È il primo momento di difficoltà. Napoli e Fiorentina, seconde dietro l’Inter e con il fiato della Juve sul collo, misurano se stesse ora che nel mare di compliment­i fanno capolino i dubbi. «Stiamo andando oltre le aspettativ­e», dicono all’unisono Maurizio Sarri e Paulo Sousa, gli allenatori rivelazion­e che non ci stanno a finire dietro la lavagna. Il calcio è così. In un mese può cambiare lo scenario. Il Napoli ha perso malamente con il Bologna e non è riuscito a sfondare il muro della Roma. La Viola è caduta allo Juventus Stadium e poi ha buttato via la Coppa Italia.

Tocca a Sarri e Sousa, la strana coppia, guidare la ripartenza oltre le montagne russe di questa insolita e forse esagerata diffidenza. «Fare qualcosa in più avrebbe significat­o vincerle tutte», graffia il napoletano. Paulo ammette: «L’aria non è più la stessa di quando vincevamo sempre, ma sono certo che i ragazzi sono in grado di rispondere a questi momenti». Il primo affetta la voce che diventa tagliente come una lama, il secondo non perde l’aplomb. Sono diversi, eppure uguali. Ora che il campionato sembra un braccio di ferro tra Inter e Juventus, loro non vogliono passare per chi ha deluso. Anche perché la classifica dice altro. Sarri ribadisce che «le ambizioni non sono delineate e stiamo andando meglio del previsto». Destini comuni In alto Paulo Sousa, allenatore della Fiorentina, sotto Maurizio Sarri, tecnico del Napoli. Entrambi alla prima esperienza sulle due panchine Sousa è pratico e sognatore allo stesso tempo: «Non abbiamo investito come le altre grandi, ma vogliamo competere con tutti senza limiti».

Napoli-Fiorentina è stata la partita più bella della stagione. Ora entrambe hanno perso qualcosa. Gli azzurri l’equilibrio tra i reparti che ha penalizzat­o la difesa e qualche giocatore chiave è stanco, soprattutt­o Jorginho e Insigne. La Fiorentina, al di là delle due sconfitte consecutiv­e, ha rallentato nel mese di dicembre in cui ha vinto solo una delle ultime quattro partite di campionato. Ma è l’eliminazio­ne dalla Coppa Italia ad aver lasciato il segno: «Sono deluso», ha detto Andrea Della Valle. E il presidente Cognigni, al Natale viola, non ha risparmiat­o una stecca alla squadra e a Sousa. I processi, tuttavia, sarebbero fuori luogo. E nessuno intende istruirne. Resta il fatto che il pressing latita, il giro palla è diventato fine a se stesso e gli avversari hanno trovato le giuste contromisu­re.

Spompate alla meta? Oggi capiremo quanto, perché l’ultima del 2015 non sarà una passeggiat­a di salute. Il Napoli a Bergamo troverà un vecchio amico come Edy Reja che non intende fare sconti; la Fiorentina se la vedrà con il Chievo degli ex Dainelli, Gamberini e Gobbi che ha vinto tre delle ultime quattro partite e le ultime due trasferte consecutiv­e. Provincial­i di qualità, tranquille e solide, più vicine all’Europa che alla zona rossa della classifica. Napoli e Fiorentina, in attesa del mercato, decidono di spremere i soliti noti e si affidano ai gol di Higuain e Kalinic. Rossi, invece, dovrebbe rimanere in panchina e a gennaio andarsene per tentare l’assalto all’Europeo. Sousa lo ha liberato: «Se qualcuno vuole andare a giocare vedremo di accontenta­rlo». Firenze non è più l’Isola felice di Pepito.

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