Essere Harry Potter L’ultima di Mihajlovic per rilanciare il Milan
«Ma purtroppo non ho la bacchetta magica»
Deluso Con il Frosinone si chiude un anno difficile «Mi aspettavo di più Voglio cattiveria e gol»
Più mago che maestro Yoda. «Vorrei essere Harry Potter, ma non ho la bacchetta magica » , confessa Sinisa Mihajlovic, desideroso di cancellare con un incantesimo i problemi e polemiche. Definire «Star Wars» l’incrocio fra il Milan e la terzultima in classifica è quanto meno azzardato:
Mihajlovic più prosaicamente si immagina la sfida all’ora dello spritz «una battaglia dal primo all’ultimo minuto». Eppure il tecnico milanista, ritornato giovedì sera in provvisorio equilibrio dopo aver barcollato paurosamente sull’orlo del precipizio, si aspetta che il Milan — qualificatosi ai quarti di Coppa Italia in cima a una partita che Galliani spera sia «lo spartiacque della stagione» — mostri il risveglio della Forza. «Mi attendo un Natale vittorioso» ammonisce l’a.d. milanista prima di partire per Frosinone, ultima tappa di un 2015 pieno di problemi.
«Finora il nostro campionato non è stato facile: da un lato me l’aspettavo, dall’altro puntavo ad avere qualche punto in più — aggiunge Mihajlovic —. Chi pensa che oggi sia semplice si sbaglia di grosso: il Frosinone ha fatto 13 dei suoi 14 punti in casa». Sono almeno due gli aspetti su cui il serbo si aspetta miglioramenti: 1) l’approccio alle partite, troppo spesso molle e svagato come si è visto anche a Genova: «Chiedete ai giocatori perché questo avviene», è la replica sibillina di Sinisa; 2) la capacità di concretizzare con maggior ferocia la mole di gioco: «Siamo la quarta squadra in Italia per occasioni create e dodicesima per chance effettivamente sfruttate. Dobbiamo essere più precisi e cattivi sotto porta».
Per l’occasione si affiderà ancora a Bacca (capocannoniere milanista con 8 gol stagionali) e Niang, il giocatore che a Marassi ha lanciato il salvagente a Mihajlovic per salvarsi dal maremoto di un’eventuale eliminazione. «A sentire voi pare che qui sia una polveriera e che tutti gli altri spogliatoi siano meglio dei nostri ma noi siamo tutti con il tecnico e lo seguiamo», giura Abate. Domanda davanti al presepe: meglio trovare sotto l’albero un centrocampista o un ambiente più sereno? «Tanto non si può avere né l’uno né l’altro — scrolla il capo Sinisa —. Il centrocampista è troppo grosso e sotto l’albero non ci sta e la serenità è un’utopia». Dice che da due mesi sta parlando con la società di mercato: sogna Witsel, ma intanto congeda Suso (in prestito al Genoa da gennaio) e Nocerino (lo vuole il Bologna): «Qualcuno deve uscire, siamo in troppi».