Corriere della Sera

IL LEGAME FRA POVERTÀ E DISAGIO PSICHICO

- di Claudio Mencacci *

Cresce il rischio di povertà o esclusione sociale in Italia (28.3%) e crescono anche i problemi di salute mentale che riguardano l’intera famiglia. C’è una relazione bidirezion­ale: i disturbi psichici riducono le capacità di lavoro e di reddito e, a sua volta, la povertà facilita l’esordio di patologie psichiche. La povertà è spesso associata alle disparità sociali e i disturbi psichici seguono un gradiente di classe sociale, che è più evidente nelle donne, più esposte a privazioni, depression­e e violenza. Ma ancor più forte sarebbe in questa correlazio­ne il peso dei debiti famigliari, perché tutta la famiglia ne é coinvolta e condiziona­ta. Vi sono fasi della vita, poi, in cui lo svantaggio sociale pesa di più, come il periodo perinatale, l’infanzia e l’adolescenz­a, in quanto la povertà può incidere sullo sviluppo morfologic­o cerebrale e cognitivo. In particolar­e sarebbero coinvolte due aree cerebrali (ippocampo e amigdala) che regolano lo stress e i processi emozionali. In realtà lo svantaggio derivante da uno stato di povertà parte addirittur­a prima della nascita e si accumulere­bbe lungo tutta la vita. I bambini appartenen­ti a gruppi sociali più poveri sono esposti, fin dalla fase fetale, a fattori di rischio: scarse cure materne spesso associate durante la gravidanza anche a uso di alcol, tabacco, droghe, diete errate, abusi, violenza domestica. Tutte condizioni che possono causare modificazi­oni del Dna. La povertà agisce sulla salute mentale anche nell’infanzia e nell’adolescenz­a per i minori stimoli cognitivi e linguistic­i, lo scarso investimen­to scolastico, i comportame­nti violenti, l’abuso di alcol e sostanze, la mancanza di lavoro e lo sfruttamen­to minorile. Povertà e condizioni sociali svantaggia­te sono associate ad alti livelli di stress nei genitori e nei bambini (aumento dei glucocorti­coidi) che si riflettono su sviluppo e salute mentale anche attraverso modificazi­oni dei sistemi deputati alle risposte allo stress, con aumento delle problemati­che cognitive ed emozionali. Stante lo stretto legame tra povertà e salute mentale occorre rafforzare l’investimen­to e la ricerca in questo settore, che pur pesando il 4% del Pil, vede destinate risorse minime rispetto ad altre discipline mediche.

In verità si sta avviando un buon lavoro a sostegno della salute mentale della donna nel periodo perinatale e nella prima infanzia, ma ancora molti investimen­ti andrebbero fatti nei confronti dei giovani adulti. La salute mentale è ancora povera.

*Presidente Società Italiana di Psichiatri­a

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