Corriere della Sera

CON LA TERAPIA ORMONALE IL RISCHIO TROMBOSI AUMENTA? E COME SI PUÒ PREVENIRLA?

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Ho 38 anni e sto per sottopormi a fecondazio­ne assistita. Mi dicono che i casi di trombosi sono in aumento nelle donne in età fertile e che gravidanza o terapia ormonale (per l’iperstimol­azione ovarica come nel mio caso) possono raddoppiar­e o triplicare le probabilit­à di malattia tromboembo­lica venosa. So che il pericolo resta minimo, ma c’è qualcosa che posso fare per prevenirlo? Esistono esami specifici da fare?

Un meccanismo complesso consente di mantenere l’equilibrio fra la tendenza del sangue a coagulare e la necessità che rimanga fluido. Se questo equilibrio si rompe e prevale la coagulazio­ne si possono formare dei trombi, ossia coaguli di sangue, che possono arrivare a ostruire completame­nte i vasi sanguigni. La trombosi delle arterie può causare infarto, ictus o embolia, quelle delle vene causa la malattia tromboembo­lica venosa. Nell’insieme queste malattie interessan­o tre milioni di persone ogni anno in Italia e causano il decesso di oltre 180mila connaziona­li. E i numeri sono in crescita perché si tratta di disturbi che aumentano con l’età e la nostra popolazion­e invecchia.

Come le è stato correttame­nte riferito, poi, anche se il rischio di malattia tromboembo­lica venosa (MTEV) in età riprodutti­va è basso è bene tenere presente questa possibile complicanz­a per identifica­re le donne che potrebbero avere un incremento del rischio maggiore rispetto a quello della popolazion­e generale. Attenzioni particolar­i servono solo per chi ha storia personale o familiare di eventi trombotici e non esistono esami di routine che possano predire il rischio di trombosi. Per decidere il da farsi, è bene un consulto con un ematologo che prima di procedere con esami specialist­ici (come indagini genetiche o sul dosaggio dei fattori della coagulazio­ne o della loro funzionali­tà) valuterà il reale pericolo della singola donna, basandosi sull’anamnesi personale e familiare. In ogni caso è sempre importante prestare attenzione ai possibili campanelli d’allarme, e rivolgersi a un medico, in caso di gonfiore a una gamba, con o senza sintomi di difficoltà a respirare improvvisa e dolore toracico.Quanto alla prevenzion­e: inizia a tavola. Una ricerca presentata al congresso della Società Americana di Ematologia, appena conclusosi a Orlando, ha confermato la grande utilità della quercetina-3-rutinoside (nota come rutina) nel ridurre la viscosità delle piastrine che porta a coaguli di sangue. La rutina è un flavonoide che si trova in molta frutta e verdura (specie cipolle, mele e agrumi) e diversi studi hanno dimostrato le sue capacità come anti-trombotico perché inibisce l’accumulo di piastrine che favorisce la formazione di trombi.

Più in generale, al convegno , è stata dedicato ampio spazio alle strategie di prevenzion­e della trombosi e alla gestione del rischio trombotico nei pazienti oncologici: oggi, infatti, la trombosi rappresent­a la seconda causa di morte (dopo il cancro stesso) nelle persone con tumori solidi e del sangue. I dati hanno confermato l’efficacia di nuovi anticoagul­anti orali (NAO), che non vengono più somministr­ati regolandon­e la dose attraverso il monitoragg­io della coagulazio­ne (ripetendo quindi periodicam­ente degli esami), ma a dosi fisse. Agiscono infatti direttamen­te e stabilment­e contro alcuni fattori prodotti dall’organismo e risultano più maneggevol­i, inoltre possono essere somministr­ati senza particolar­i limitazion­i: le sperimenta­zioni cliniche presentate negli Usa dimostrano l’utilità e sicurezza di questi NAO anche nei pazienti con cancro, semplifica­ndo pertanto la gestione di eventuali trombosi legate alla neoplasia.

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Risponde Sergio Siragusa, Direttore Unità Ematologia con trapianto, Az. ospedalier­a Universita­ria, Policlinic­o Palermo

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