Una donna avvocato contro Platini alla Fifa Vuole radiarlo a vita
L’avvocato Allard, che ha istruito il dossier Fifa contro il francese, aveva chiesto la radiazione a vita Ieri punto per lei: prima del Tas, l’ex Roi dovrà affrontare l’appello interno. Elezione sempre più lontana
Mai mettersi contro una donna-giudice. Soprattutto se quella donna si chiama Vanessa Allard, originaria di Trinidad e Tobago, e dal maggio 2013 è il membro della camera investigativa del Comitato Etico che ha istruito il dossier contro Michel Platini, condannato lunedì in prima istanza a 8 anni di squalifica, dopo averlo interrogato il primo ottobre per cinque ore in videoconferenza da Georgetown, capitale delle Isole Cayman dove lavora come avvocato in uno studio specializzato in diritto civile. La signora Allard, in realtà, per le Roi senza più corona accusato di abuso di posizione, conflitto d’interessi e gestione sleale, aveva chiesto la radiazione a vita. «La persona incaricata di far fuori Platini dalla Fifa» secondo la definizione di Thibaud d’Ales, avvocato del francese.
Madame, ieri, ha messo a segno un altro punto a suo favore. Per tagliare la strada a qualsiasi ipotesi di scorciatoia, infatti, la Fifa ha comunicato per lettera allo staff di legali di Nell’angolo Michel Platini, 60 anni, francese, ex fuoriclasse della Juve, è presidente Uefa dal gennaio 2007 e vicepresidente Fifa (Sport Image) Platini che prima di rivolgersi al Tas (sarebbe stato comunque necessario aspettare le motivazioni della sentenza di primo grado, che la Commissione etica aveva promesso, con svagatezza non casuale, per «metà gennaio») dovrà sottostare al giudizio d’appello della Fifa stessa. Considerato che la lista di candidati — lo sceicco Al Khalifa, il principe Al Hussein, Sexwale (interrogato ieri a New York con l’ipotesi di corruzione nell’indagine sul Mondiale 2010 in Sudafrica), Infantino e Champagne — da regolamento interno dovrà essere ufficializzata a un mese dall’elezione (il Congresso straordinario è fissato a Zurigo il 26 febbraio), è chiaro che i tempi tecnici perché Platini sia rimesso in corsa somigliano alle possibilità che un cammello passi per la cruna di un ago. Poche.
Fallito il dribbling (i tempi dell’appello, non brevi, lasciano poco margine all’immaginazione) e furente di rabbia, per non scontentare nessuno Platini ha riversato nella cornetta gli anni di squalifica chiesti (più una multa) per Sepp Blatter e Michel Platini dalla camera arbitrale del Comitato etico della Fifa della France Presse tutta l’amarezza per le decisioni di un giurì indipendente che l’ex reuccio Blatter aveva voluto per ragioni d’immagine, senza pensare che un giorno il Comitato etico sarebbe diventato una serpe covata in seno. «Il vero match comincia adesso — ha tuonato le Roi —. Faccio fatica a comprendere: come si è arrivati a questo punto? Oh sì, adesso ricordo: ho fatto un lavoro, ho chiesto di essere pagato, ho mandato una fattura e su quel pagamento ho pagato le tasse. Un debito regolato (2 milioni di franchi svizzeri ndr), ecco tutto. E all’improvviso, anni dopo, mi vedo squalificato per otto anni...».
L’avvocato d’Ales grida al sabotaggio, Platini promette di battersi di tribunale in tribunale contro l’iniquità della Commissione etica. «La giudice voleva la radiazione! Ridicolo... Non sono etici, sono patetici!». Vanessa rispetta la consegna del silenzio. Ride bene chi ride tra due mesi a Zurigo.