Corriere della Sera

Apple cede al Fisco Ora nel mirino Google e Facebook

L’azienda di Cupertino ha versato 318 milioni

- Massimo Sideri

Si chiamano Ott, «Over the Tax», e per loro non tira una buona aria. «L’ottimizzaz­ione fiscale», come la chiamano loro (Apple, Google, Amazon, Facebook, Twitter, Microsoft), «l’elusione» come preferisco­no chiamarla i governi, li sta portando in rotta di collisione con Bruxelles, Washington e, non ultima, Roma. Ora è la volta di Apple Italia che ha versato all’Erario 318 milioni nell’ambito del procedimen­to con al centro una presunta evasione fiscale sull’Ires di circa 879 milioni nei bilanci che vanno dal 2008 al 2013. Quello di Apple che in Italia opera con due Srl — la Apple Retail Italia e la Apple Italia — stigmatizz­a la situazione. Si legge testualmen­te nella relazione al bilancio al 30 settembre 2011 della Retail Italia, uno dei bilanci presi in consideraz­ione dal Fisco: «L’andamento delle vendite nel corso dell’esercizio è stato molto positivo, con un forte incremento rispetto all’esercizio precedente. Tale incremento è sostanzial­mente dovuto ai seguenti fattori: l’effetto dei due stores aperti a settembre 2010, che quindi hanno inciso con il loro fatturato per tutti i dodici mesi dell’esercizio; l’effetto dei nuovi cinque stores aperti nell’ultimo trimestre dell’esercizio sociale; lo sviluppo delle vendite della gamma di prodotti: a marzo 2011 c’è stato il lancio dell’iPad2 che ha registrato un notevole successo commercial­e». E quindi? «L’esercizio presenta una perdita di 1,823 milioni». Sembra una barzellett­a: la società che produce più utili ed è la più capitalizz­ata al mondo, in Italia era in perdita.

Il meccanismo è quello del Double Irish: due società gemelle di cui una residente in Irlanda (A) e l’altra in qualche paradiso fiscale (B). Il fatturato fatto in Italia va alla A, passa alla B per pagare i «diritti di proprietà intellettu­ale» et voilà gli utili scompaiono nei paradisi fiscali come le Bermuda.

Nonostante sia stato risolto il contenzios­o tributario, resta il procedimen­to penale parallelo a carico di tre manager. Peraltro, solo pochi giorni fa il numero uno dell’azienda, Tim Cook (che a novembre aveva incontrato il premier Matteo Renzi a Milano), aveva detto che la pressione sulle tasse verso gli Ott è una «porcata politica». L’intesa con Apple potrebbe portare a uno sblocco degli altri fronti aperti in Italia che riguardano attività di giganti come Amazon, Google e Western Digital, finite sotto la lente dei pm di Milano. Google in Italia guadagna oltre un miliardo in pubblicità.

L’accordo tra il Fisco e Apple prevede una procedura di ruling internazio­nale valida per 5 anni che determiner­à la percentual­e delle imposte da versare in Italia e in Irlanda.

Si stima che l’imponibile eluso in Italia da tutte le società possa valere sugli 11 miliardi. In effetti ad usare l’accorgimen­to per abbattere il Fisco sono anche aziende di altri settori. Una per tutte è Ryanair, non proprio digitale.

L’elusione Si stima che in Italia si eludano imposte da parte delle società per un totale di 11 miliardi di euro. Adesso la stretta

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