Il Quirinale I retroscena del primo discorso di fine anno. Le frasi su migranti e ambiente Mattarella, il richiamo contro l’evasione e la spinta a impegnarsi per i giovani
Il messaggio di fine anno: inaccettabile l’evasione. Citazione per 3 donne: Gianotti, Cristoforetti e Orlando
Undiscorso di 20 minuti, più breve dei suoi predecessori. Sergio Mattarella è entrato così per la prima volta nella casa degli italiani a Capodanno. Ha parlato dalla sua poltrona delle «difficoltà» e «delle speranze della vita di tutti i giorni» dei cittadini. Insistendo su due sofferenze: la mancanza di lavoro per i giovani e la forte evasione fiscale.
Per sdrammatizzare la rigida ritualità del discorso di fine anno, il presidente della Repubblica si è rivolto ai cittadini italiani parlando dal suo appartamento privato del Quirinale. Seduto in poltrona (con una stella di Natale e un presepe napoletano alle spalle), Sergio Mattarella ha scelto un’ambientazione più familiare rispetto ai suoi predecessori. Nel 1979 Sandro Pertini, con la pipa in una mano, ruppe la tradizione del discorso pronunciato alla scrivania dello studio quirinalizio ma poi fu imitato solo da Oscar Luigi Scalfaro, nel 1997.
Però è soprattutto il merito del discorso del capo dello Stato (20 minuti, più breve del solito) che richiama il tema della familiarità con le «principali difficoltà» e con «le speranze della vita di tutti i giorni» dei cittadini. Un approccio, quello di Mattarella, che ha fatto scattare i complimenti del premier Renzi. Poi sono arrivate le telefonate di Napolitano, dei presidenti Boldrini e Grasso, seguite dalle dichiarazioni di tutti i partiti (tranne le allusioni poco lusinghiere di Beppe Grillo) di maggioranza e di opposizione. Papa Francesco, citato nel discorso di fine anno e al quale Mattarella ha poi inviato un messaggio personale, ha «ricambiato di cuore gli auguri».
La fotografia dell’Italia scattata da Mattarella guarda verso il basso: il «lavoro che manca soprattutto al Mezzogiorno»; le aspettative incerte dei «giovani che si sono preparati e hanno studiato»; le «famiglie particolarmente in affanno che non vanno lasciate sole»; le «persone con disabilità», gli « anziani » e i « malati » ; le «donne che devono fare ancora i conti con pregiudizi e arretratezze, con un parità di dirit- ti solo annunciata ma non sempre assicurata, a volte persino con soprusi e con violenze».
Però, il capo dello Stato non ha dimenticato, a proposito di eccellenze, di citare proprio tre donne: Fabiola Gianotti (da ieri direttrice del Cern di Ginevra), Samantha Cristoforetti «che abbiamo seguito con affetto nello spazio», l’atleta paraolimpica Nicole Orlando (4 medaglie d’oro).
Le difficoltà cui vanno incontro le famiglie dipendono anche dagli ostacoli alla crescita economica. Primo tra tutti «l’evasione fiscale», ha detto il capo dello Stato citando un «recentissimo» studio di Confindustria: «Nel 2015, l’evasione fiscale e contributiva in Italia ammonta a 122 miliardi di euro». E qui, per i distratti, Mattarella ha ribadito: «122 miliardi! 7 punti e mezzo di Pil... Soltanto dimezzando l’evasione si potrebbero creare oltre trecentomila posti di lavoro... Le tasse e le imposte sarebbero più basse se tutti le pagassero». La difesa dell’ambiente è l’altro tema nuovo, politicamente rilevante, citato da Mattarella: «Il compito di difendere l’ambiente ricade in parte su ciascuno di noi... anche con la raccolta differenziata dei rifiuti e con il rispetto dei beni comuni».
Tutti, ha insistito Mattarella, devono «prendersi cura della Repubblica». E «rispettare le regole vuol dire attuare la Costituzione che è realtà viva di principi e di valori». «La quasi totalità dei nostri cittadini crede nell’onestà ma pretende correttezza. La esige da chi governa, a ogni livello».
Le regole valgono per tutti. Per gli immigrati che «lavorano onestamente, che vanno aiutati » , e per quelli « che commettono reati, che devono essere puniti, come del resto avviene per gli italiani, mentre quelli pericolosi devono essere espulsi». E le comunità straniere in Italia, sono chiamate a «collaborare per isolare chi predica odio» e a fare fronte comune contro il terrorismo.