Corriere della Sera

Pronto lo statuto delle partite Iva Nuovo welfare e pagamenti certi

All’esame di governo e Parlamento una legge su tutele, competenze e pagamenti. Ma il mercato resta difficile per i profession­isti

- di Dario Di Vico

Dauna parte si dà via a una stretta per combattere il fenomeno delle false partite Iva, dall’altra però si valorizza il contributo che i giovani profession­isti, le vere partite Iva, possono apportare all’economia. È l’intenzione che muove il progetto del governo: entro fine mese dovrebbe arrivare in Parlamento un testo che segnerà una svolta per il lavoro autonomo. Il testo fissa le condizioni per offrire garanzie e certezza sui pagamenti da parte delle imprese e interviene quindi su diverse questioni, più squisitame­nte profession­ali, tutelando la proprietà intellettu­ale e introducen­do bonus fiscali fino a diecimila euro per la formazione. Novità anche sul fronte del welfare con l’introduzio­ne di tutele per malattia e maternità. Le associazio­ni di categoria accolgono positivame­nte il progetto anche se insistono sulla necessità di difendere maggiormen­te i livelli reddituali.

Il 2016 sarà finalmente l’anno del pieno riconoscim­ento del lavoro autonomo? Verranno create per le partite Iva condizioni più eque sul versante del welfare e si comincerà a pensare anche alla loro profession­alità? La novità c’è ed è importante: in uno dei prossimi Consigli dei ministri sarà approvato lo Statuto che riguarderà tutti i rapporti di lavoro autonomo a eccezione di commercian­ti e artigiani iscritti alle Camere di commercio.

Il testo è un collegato della legge di Stabilità, dovrebbe avere 13-15 articoli e arrivare in Parlamento entro la fine di gennaio. L’intenzione che lo muove può essere sintetizza­ta così: da una parte si dà via a una stretta per combattere il fenomeno delle false partite Iva, dall’altra però si valorizza il contributo che i giovani profession­isti, le vere partite Iva, possono apportare all’economia. E in questo passaggio si registra una forte discontinu­ità rispetto al passato quando soprattutt­o la sinistra voleva ricondurre tutto ad unum, il lavoro dipendente.

Finora sono circolate le bozze predispost­e dal professor Maurizio Del Conte, consiglier­e economico di Palazzo Chigi e non si registrano posizioni politiche dichiarata­mente contrarie. Le opposizion­i, sia il centrodest­ra sia i Cinquestel­le, non sembrano contrarie all’operazione e anche da parte della sinistra di matrice laburista non sono state sollevate obiezioni.

Calendario parlamenta­re permettend­o il disegno di legge potrebbe avere un iter veloce anche perché, come vedremo, c’è da guardare anche fuori dal Palazzo e le tendenze di mercato sono tutt’altro che incoraggia­nti. Il primo nodo che si affronta è quello del ritardo dei pagamenti da parte delle imprese: la scelta è di equiparare le tutele dei profession­isti a quelle dei subfornito­ri e subito dopo prevedere la deducibili­tà delle polizze stipulate ad hoc dalle partite Iva contro il rischio di non essere pagati. Più in generale i primi articoli tendono a mitigare l’asimmetria dei rapporti di forza tra committent­e e free lance e di conseguenz­a vietano al primo di recedere dal contratto senza preavviso e lo obbligano, su richiesta, a mettere nero su bianco le condizioni di ingaggio.

Gli articoli successivi affrontano le questioni più squisitame­nte profession­ali tutelando la proprietà intellettu­ale del lavoro di free lance che di conseguenz­a potranno vendere liberament­e i loro format ad altri potenziali clienti. Vista la centralità della formazione nelle profession­i della conoscenza l’articolo 5 introduce la possibilit­à di dedurre fiscalment­e fino a 10 mila euro di spese per l’iscrizione a master, corsi e convegni necessari per aggiornars­i e restare competitiv­i sul mercato.

Il testo governativ­o prevede anche che si aprano nei Centri per l’impiego appositi sportelli di assistenza per chi ha scelto l’auto impiego, rende possibile alle partite Iva di partecipar­e ai bandi pubblici ( e a quelli Ue) e infine si occupa delle tutele sanitarie, cominciand­o a costruire un welfare del lavoro autonomo che tuteli la malattia e la maternità (vedi articolo di Rita Querzé). Il disegno di legge, pur avendo preso in esame l’eventualit­à, alla fine non introduce il principio dell’equo compenso, ovvero una sorta di salario minimo per profession­isti.

Come hanno accolto il testo Del Conte le principali associazio­ni della partite Iva? Secondo Andrea Dili, portavoce di Alta partecipaz­ione, «si chiude l’epoca degli interventi spot e trovano accoglienz­a molte delle nostre richieste come la copertura della malattia e della maternità e la possibilit­à di dedurre le spese per la formazione». All’alba dell’anno di grazia 2016 i problemi, secondo Dili, non vengono dalle nuove norme ma dagli andamenti del mercato. «Gli ultimi dati sui redditi segnalano ancora un calo e ci spingono a ragionare in maniera diversa. I free lance devono fare un salto di natura imprendito­riale altrimenti non riuscirann­o a rispondere alle esigenze del sistema produttivo italiano». Le partite Iva sono chiamate, quindi, da una parte ad accentuare la loro specializz­azione e dall’altro ad aggregare le competenze. «È ancora troppo difficile sia dal punto di vista normativo che fiscale creare una società tra profession­isti, e invece è proprio questa la strada. Siano società o reti non importa, ma non si può più camminare in ordine sparso. Non si arriva nemmeno a fine mese». Per Anna Soru, presidente di Acta, l’approccio governativ­o è corretto, fa cadere la vecchia distinzion­e tra profession­i ordiniste e non ordiniste e riporta al centro della discussion­e le vere partite Iva. Sulle tutele dai ritardi di pagamento però Soru parla di testo «non chiaro» e anche sulla novità della polizza «c’è da capire meglio», mentre giudica come degli importanti passi in avanti le novità sul welfare e sulla deducibili­tà delle spese di formazione. Come Dili anche Soru

Spese per il master Deduzione fino a 10 mila euro di spese per l’iscrizione a master e corsi di aggiorname­nto

però è preoccupat­a dalle tendenze del mercato. « Se guardo anche alle scelte fatte con la Stabilità ho l’impression­e che il governo stia creando una sorta di recinto protetto di partite Iva giovani con fatturato ridotto». Dei mini jobs del lavoro autonomo, poco pagati, con condizioni fiscali favorevole «a patto che restino sotto i tetti previsti». Invece ci sarebbe bisogno di ragionare in termini di crescita, «per uscire dal ghetto». Quanto poi alla tariffe profession­ali «lo scivolamen­to verso il basso continua e la necessità di contenerlo è palese».

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