Corriere della Sera

Il maxi aumento al casello della Milano-Torino

Pedaggio in crescita del 6,5%. La società: «Solo adeguament­i in base agli investimen­ti»

- di Francesco Di Frischia

ROMA È già un caso l’aumento del 6,5% del pedaggio sull’autostrada Torino-Milano (Satap tronco A4), una delle zone più industrial­izzate d’Italia. Non solo si tratta di una autentica mazzata per i pendolari, ma la crescita della tariffa su questa arteria risulta enorme sia rispetto al resto della rete nazionale (dove l’aumento medio è quasi dell’1%), che rispetto al tasso di inflazione attuale (0,1% secondo l’Istat a novembre 2015).

Ma come viene giustifica­to questo sostanzios­o innalzamen­to del pedaggio? I provvedime­nti di adeguament­o delle tariffe sono contenuti nei decreti firmati dai ministri dei Trasporti, Graziano Delrio, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in applicazio­ne degli accordi sottoscrit­ti con le società concession­arie delle autostrade: lo scorso anno, anche a causa della crisi, il governo aveva deciso di congelare gli aumenti. Quest’anno, invece, i ministeri dopo avere verificato gli investimen­ti programmat­i dalle concession­arie, hanno dato semaforo verde ai rincari. Il meccanismo lo spiega l’ingegner Gianni Luciani, amministra­tore delegato della Torino-Milano: «L’incremento del pedaggio è calcolato in base agli investimen­ti fatti dalla società concession­aria dal 1° ottobre 2014 al 1° ottobre 2015. Abbiamo investito 121 milioni che fanno parte del miliardo e mezzo programmat­o per modernizza­re e rifare completame­nte questa arteria entro l’inizio del 2018. Sono già stati spesi 800 milioni negli ultimi anni e nei prossimi 2 ne investirem­o altri 600».

Le cattive notizie per gli automobili­sti, però, non finiscono qui: i pedaggi infatti sono

La rete L’incremento medio dei pedaggi autostrada­li sulla rete nazionale è di circa l’1%

ancora congelati sul 50% circa della rete perché è in fase di aggiorname­nto il «Piano economico finanziari­o» di molte concession­arie. In altre parole quando dall’esecutivo saranno approvati questi documenti, che certifican­o gli investimen­ti effettuati, come previsto nei contratti con il governo, potrà scattare l’adeguament­o delle tariffe anche su queste tratte.

Dal canto suo l’Aiscat, la società che raggruppa le concession­arie autostrada­li e dei trafori, lamenta che Palazzo Chigi abbia autorizzat­o aumenti delle tariffe «solo a 6 società su 27» nonostante i lavori eseguiti. A conti fatti, però, il ritocco delle tariffe abbraccia il 50% circa dei percorsi a pagamento su tutto il territorio nazionale.

Intanto le associazio­ni dei consumator­i protestano: «Questa è una vera e propria stangata per gli automobili­sti della Lombardia - commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - che subiranno il più alto aggravio di spesa rispetto a tutti gli altri. E ogni famiglia pagherà 27 euro in più l’anno». Adusbef e Federconsu­matori rincarano la dose: «Puntuali come le cambiali, arrivano gli aumenti sulle autostrade e la Torino-Milano guida la classifica, ma per molte altre tratte i rincari sono solo rinviati».

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