Il maxi aumento al casello della Milano-Torino
Pedaggio in crescita del 6,5%. La società: «Solo adeguamenti in base agli investimenti»
ROMA È già un caso l’aumento del 6,5% del pedaggio sull’autostrada Torino-Milano (Satap tronco A4), una delle zone più industrializzate d’Italia. Non solo si tratta di una autentica mazzata per i pendolari, ma la crescita della tariffa su questa arteria risulta enorme sia rispetto al resto della rete nazionale (dove l’aumento medio è quasi dell’1%), che rispetto al tasso di inflazione attuale (0,1% secondo l’Istat a novembre 2015).
Ma come viene giustificato questo sostanzioso innalzamento del pedaggio? I provvedimenti di adeguamento delle tariffe sono contenuti nei decreti firmati dai ministri dei Trasporti, Graziano Delrio, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in applicazione degli accordi sottoscritti con le società concessionarie delle autostrade: lo scorso anno, anche a causa della crisi, il governo aveva deciso di congelare gli aumenti. Quest’anno, invece, i ministeri dopo avere verificato gli investimenti programmati dalle concessionarie, hanno dato semaforo verde ai rincari. Il meccanismo lo spiega l’ingegner Gianni Luciani, amministratore delegato della Torino-Milano: «L’incremento del pedaggio è calcolato in base agli investimenti fatti dalla società concessionaria dal 1° ottobre 2014 al 1° ottobre 2015. Abbiamo investito 121 milioni che fanno parte del miliardo e mezzo programmato per modernizzare e rifare completamente questa arteria entro l’inizio del 2018. Sono già stati spesi 800 milioni negli ultimi anni e nei prossimi 2 ne investiremo altri 600».
Le cattive notizie per gli automobilisti, però, non finiscono qui: i pedaggi infatti sono
La rete L’incremento medio dei pedaggi autostradali sulla rete nazionale è di circa l’1%
ancora congelati sul 50% circa della rete perché è in fase di aggiornamento il «Piano economico finanziario» di molte concessionarie. In altre parole quando dall’esecutivo saranno approvati questi documenti, che certificano gli investimenti effettuati, come previsto nei contratti con il governo, potrà scattare l’adeguamento delle tariffe anche su queste tratte.
Dal canto suo l’Aiscat, la società che raggruppa le concessionarie autostradali e dei trafori, lamenta che Palazzo Chigi abbia autorizzato aumenti delle tariffe «solo a 6 società su 27» nonostante i lavori eseguiti. A conti fatti, però, il ritocco delle tariffe abbraccia il 50% circa dei percorsi a pagamento su tutto il territorio nazionale.
Intanto le associazioni dei consumatori protestano: «Questa è una vera e propria stangata per gli automobilisti della Lombardia - commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - che subiranno il più alto aggravio di spesa rispetto a tutti gli altri. E ogni famiglia pagherà 27 euro in più l’anno». Adusbef e Federconsumatori rincarano la dose: «Puntuali come le cambiali, arrivano gli aumenti sulle autostrade e la Torino-Milano guida la classifica, ma per molte altre tratte i rincari sono solo rinviati».