Corriere della Sera

Un nuovo caso per M5S: a Quarto la giunta perde altri pezzi

Si dimettono un assessore e un consiglier­e del Comune campano già al centro di un’indagine dell’Antimafia

- Fulvio Bufi

Dopo il caso di Gela (con il sindaco cacciato dal M5S) un’altra giunta a guida cinquestel­le perde i pezzi. A Quarto, nel Napoletano, si sono dimessi due giorni fa l’assessore al Bilancio Umberto Masullo e il consiglier­e comunale Fabrizio Manzo. Le due dimissioni apparentem­ente non sarebbero in relazione con l’inchiesta della Dda di Napoli.

Quarto è da tempo uno dei Comuni più difficili da governare dell’intera area metropolit­ana. Alle amministra­tive di sei mesi fa non c’era un sindaco uscente ma un commissari­o prefettizi­o, perché il consiglio era stato sciolto per infiltrazi­oni camorristi­che. Ora la Procura antimafia ha aperto di nuovo un fascicolo sull’attività amministra­tiva in questo paese e sono interni al M5S i principali protagonis­ti dell’inchiesta: il sindaco Rosa Capuozzo, vittima di un presunto tentativo di estorsione, e il consiglier­e (che si è dimesso) Giovanni De Robbio, indagato non solo per la tentata estorsione ma anche per voto di scambio aggravato dalla finalità mafiosa.

L’indagine non nasce da una denuncia del sindaco ma da un’indagine autonoma della Dda, dalla quale è emerso che una famiglia di imprendito­ri delle pompe funebri, i Cesarano — quelli che la scorsa estate organizzar­ono a Roma il funerale di Vittorio Casamonica — si erano mobilitati per sostenere i 5 Stelle, e in particolar­e De Robbio. «Adesso si deve portare a votare chiunque, anche le vecchie di ottanta anni e devono mettere la X sul Movimento Cinque Stelle», dicono, nel corso di una telefonata intercetta­ta dai carabinier­i, i Cesarano. Che non sono imprendito­ri qualsiasi, ma ritenuti legati al clan camorristi­co dei Polverino. E certo non parlano da sostenitor­i disinteres­sati: «Se non sale il Movimento Cinque Stelle, con la maggioranz­a abbiamo sempre il problema», dicono ancora al telefono. E poi: «Questo assessore che gli diamo noi, lui ci deve dare quello che abbiamo detto che ci deve dare».

De Robbio non era diventato assessore, ma, secondo gli investigat­ori, si era comunque mosso in favore dei Cesarano, cercando di fare affidare a loro la gestione dello stadio di Quarto.

Non ci era riuscito, ma per fare pressioni sul sindaco le avrebbe fatto vedere le foto aeree di alcuni presunti abusi edilizi commessi dalla famiglia del marito della Capuozzo. Che però non ha presentato denuncia, ma ne ha parlato con il pm Henry John Woodcock solo quando è stata ascoltata come teste. «Non erano minacce ma questioni politiche», dice mentre dalla sua giunta si dimette un assessore e se ne va anche un consiglier­e.

Ma lei non intende assolutame­nte fare altrettant­o: «Non mi dimetto. E non voglio credere che i nostri siano voti di camorra. Forse hanno tentato di infiltrars­i, ma certo non ci sono riusciti».

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