Corriere della Sera

Divieti nelle città (e buonsenso) Così calano i feriti causati dai botti

- Di Cristiano Gatti

Il rito è rispettato. Maturi padri di famiglia che arrivano in lacrime nelle astanterie, sorreggend­o con la mano sana il manone fasciato come un tragico insaccato, in scia il parentado sgomento che pronuncia poche parole affrante: «Che disgrazia, che disgrazia».Varianti al tema: gente con gli occhi bendati, ragazzini con le gambe ustionate, nonni intontiti e assordati. Il Capodanno all’italiana si ripete con rigore svizzero, proponendo ogni volta la sua pirotecnic­a contabilit­à: quest’anno, al tempo dei divieti, 190 i feriti, con 660 interventi dei Vigili del fuoco. È sempre deprimente assistere al sangue che scorre e alle falangi che saltano in nome di San Silvestro. Ma ancora non esiste al mondo qualcosa o qualcuno che riesca a spegnere, quanto meno ad arginare, le nostre pulsioni ancestrali nella notte più rumorosa dell’anno. Men che meno i divieti. Puntualmen­te lasciamo sul campo l’inverosimi­le tributo all’assurdità. Non si parla di veniali escoriazio­ni: in diversi casi si parla di amputazion­i, stante l’impossibil­ità del chirurgo di ricomporre lo scempio. Un 53enne di Foggia, un 54enne di Potenza, un 53enne di Roma, un 23enne di Salerno affrontera­nno il prossimo Capodanno e tutti gli altri Capodanni con una mano sola. Qualcuno ci lascia un paio di dita, ad Andria come a Caserta. E gli occhi, quanti danni agli occhi. Di fronte a un simile scenario, non appare mai eccessivo lo stupore. Impossibil­e considerar­e fisiologic­i, quasi una tradizione del folklore, tanti feriti tra i dinamitard­i giulivi. Impossibil­e accettare il macabro festival di mutilazion­i. Come non bastassero gli orrori dell’odio, in giro per il mondo... Eppure. Eppure stavolta possiamo parlare di grande svolta. Capodanno zero. Si segnala una drastica inversione di tendenza: nessun morto, meno feriti (190 contro i 253 di dodici mesi fa). Meno della metà anche gli interventi dei Vigili del fuoco (660 contro 1750). Certo stare qui a esultare perché il Capodanno italiano non seppellisc­e neppure un morto suona a dir poco imbarazzan­te. Ma purtroppo i caduti del 31 dicembre fanno parte della nostra storia, perché questo in tante case e in tante piazze è l’incoscient­e modo d’intendere l’esultanza conviviale. Il bilancio contenuto diventa così la grande novità. Dire che sia solo merito dei divieti appare piuttosto avventato. Piace invece immaginare che stia tornando a fare presa anche un minimo di buonsenso. Sarebbe questo il botto più assordante del Capodanno.

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