Corriere della Sera

«Le tendenze sono finite Ora la moda è libertà »

Lo stilista, che vive in campagna ad Anversa, racconta come nascono le sue collezioni. «Io non sono ciò che faccio»

- 1 2 3

una boutique! Ma in Accademia ho scoperto che potevo creare».

Se non fosse stato stilista?

«Ho sempre amato la moda e le belle cose. Da quando era piccolo ero attratto dalla creatività, che fosse musica, teatro, cucina, fiori».

Ma vuole farci veramente credere che lei non ha mai conosciuto Mario Testino o Steve Meisel o Paolo Barbieri?

«Mai. E penso in questo senso di aver vinto una piccola guerra contro certi meccanismi che regolano il mondo della moda. Ma ci sono altre ragioni per cui decisi di uscire dal coro: trovavo, per esempio, che scegliere una testimonia­l fosse in qualche modo definire un tipo di donna ideale che automatica­mente escludeva tutte le altre. Io preferivo e preferisco che chiunque si riconosca nei miei vestiti. Tutto qui. Non è un caso se nei miei défilé ci sono ragazze e signore, bionde e brune, alte e basse».

Show che si ricordano anche per la regia.

«Un po’ come a teatro: mi piace pensare a tutto. È il mio modo di esprimermi. Non scatto campagne ma credo di riuscire a fare cose incredibil­i con le sfilate come la memorabile passerella allestita su di una tavola imbandita».

Vive ancora fuori Anversa, in campagna?

«Certo. E coltivo il mio giardino di 27 ettari che mi tiene con le mani nella terra. Attaccate alle cose reali. Consapevol­e però che non puoi mai controllar­e del tutto la natura: un po’ di freddo, la pioggia, possono cambiare il risultato. La moda invece da una parte ti fa vivere un sogno dall’altra ti obbliga a controllar­e sempre tutto».

Troppo superficia­le?

«È il mondo che le gira attorno che lo è. Tutto va terribilme­nte veloce e ci sono troppi abiti. Le persone non fanno in tempo ad avere che già c’è 2016 Un modello di Dries van Noten per la prossima primavera estate che ha sfilato lo scorso settembre a Parigi

In tempo reale Sfilate e pre-collezioni obbligano ad acquistare un cappotto d’estate e un costume d’inverno. Qual è il senso? Il futuro è della moda in tempo reale

qualcos’altro. Penso alle sfilate e alle pre-collezioni che obbligano i clienti ad acquistare un cappotto d’estate e un costume d’inverno. Qual è il senso? Credo che il futuro sarà sfilare e poi con un click in vendita. Moda in tempo reale».

Le sue donne non sono mai power woman, eppure lei è stilistica­mente nato con loro, in pieni anni Ottanta

«Mi piace giocare con tutti gli aspetti delle donne perché non solo non le considero mai oggetti, ma hanno forza e carattere, non solo potere e carriera. E non trovo che sia un tailleur a decidere se possono comandare. Non sei Angela Merkel solo perché indossi una giacca».

Le piace l’idea che non ci sono più tendenze nella moda?

«Dopo gli anni Ottanta e il minimal la moda come moda è finita. Dal 2000 in poi c’è stata molta libertà. E ora anche se vesti Chanel, Armani, Comme des Garçons o van Noten sei alla moda malgrado siano quattro stili assai diversi. Fenomeni come Zara e H&M hanno fatto il resto, suggerendo di mischiare un pezzo griffato con uno che costa poco e poi un altro vintage. E la gente ha cominciato a vestirsi a proprio modo. Ad andare a lavorare con le sneaker. Tutti codici sono cambiati. Ora se indossi una sola griffe sei out ».

Come crea Dries van Noten?

«All’inizio cerco di capire chi siano l’uomo o la donna della mia nuova storia. Con la mia équipe discutiamo su tutto quello che questi protagonis­ti desiderano, pensano, vivono. Come in un film. E dopo passiamo ai tessuti, per me la cosa più importante del processo creativo».

E ora gli uomini vestono finalmente i fiori.

«Mostrare il lato femminile dell’uomo è una cosa che faccio da sempre. Detesto i cliché».

Però lei indossa sempre camicie bianche e pantaloni e pullover rigorosame­nte blu!

«Io non sono quello che faccio. Non puoi chiedere allo chef di un ristorante di mangiare tutto quello che cucina. Non bisogna riflettere la creatività su se stessi, o un designer della mia età dovrebbe fare solo completi per 50enni…».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ?? 4 ??
4

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy