Corriere della Sera

Dalla giungla andina a Parigi Smeraldi d’haute couture

Muzo presenta per la prima volta le sue gemme. Il ritorno del «verde»

- Francesca Pini

I l verde della vegetazion­e della giungla andina sembra essersi liquefatto penetrando nel sottosuolo, fino a generare nelle viscere della terra un miracolo di bellezza, lo smeraldo. Geologicam­ente ovviamente non è così. Da quelli che un tempo erano abissi marini (oggi la Cordiglier­a) vengono strappate splendide preziosità.

L’ultima, trovata nella miniera di Muzo (a 815 metri d’altezza, nella regione di Boyacá, Colombia), occupa il palmo della mano, pesa 400 grammi, 2.350 carati (tagliarla o non tagliarla si chiedono gli esperti, di solito si tiene il 30% della forma grezza). Ed è già stata liberata dalla sua matrice (di calcite o di pirite, che segnalano ai minatori la

quasi certa presenza della gemma nella roccia). Un esemplare del genere si trova ogni vent’anni. Adesso la pietra volerà in elicottero a Bogotà (a 100 chilometri di distanza), nel quartier generale della Muzo Companies (e poi nella zona franca per essere lavorata nei loro laboratori). Evitando tutte le insidie stradali di questa zona poverissim­a esposta agli assalti, con un pueblo di casupole dal tetto di latta, percorsa dal Rio Minero, dove ancora si cercano vanamente smeraldi. E lunghi tratti delle alture sono delimitati dal filo spinato, guardie private armate della miniera brandiscon­o rottweiler sorveglian­do chiunque.

Le acque del Rio sono così all’opposto di quelle sfavillant­i della Senna di Parigi e del Reno di Basilea, dove a gennaio (durante l’haute couture) e poi a marzo alla fiera di Baselworld, la Muzo, compagnia a capitale americano (Texas) operante in Colombia, si presenterà per la prima volta con la sua gamma altisonant­e di smeraldi, lavorati per l’occasione da designer internazio­nali come Antoine Sandoz, Studio Naio, Elie Top, Shaun Leane, Solange Azagury-Partrdige.

«Dimostriam­o così tutta la potenziali­tà delle nostre pietre. La collezione di gemme è però la nostra vera identità. Vogliamo affermarci per la qualità superiore degli smeraldi (che oggi estraiamo senza ricorrere alla dinamite, metodo usato dal precedente proprietar­io della miniera), certificat­a dalla loro tracciabil­ità — dice Corentin Quideau, brand manager —. Non vendiamo ai privati. Sarà un prodotto di lusso (ambito da Cartier, Van Cleef, Bulgari, Tiffany, Chopard, de Grisogono, Adler), ma disponibil­e anche per tutti quei gioiellier­i tradiziona­li, di riferiment­o nelle cit- tà del mondo».

Nel Boyacá ci sono anche altre miniere (Chivor, Coscuéz, La Pita), ma quella di Muzo (estensione del sito 2.500 chilometri quadrati) risulta la migliore dal punto di vista geologico. «La struttura mineralogi­ca degli smeraldi colombiani si differenzi­a da quelle del resto del mondo perché è più giovane. Ha solo dieci milioni di anni, mentre le rocce sono di 60/70 milioni di anni. Gli smeraldi sono posteriori alla formazione geologica — dice Wilfredo Morales, capo del dipartimen­to di geologia della miniera —. Oggi scendiamo fino a meno 150 metri, ma da studi geofisici e biochimici risulta che alle profondità di meno 300 e 500 metri vi siano filoni molto importanti. Il terreno è molto difficile, però la tecnologia forse ci permetterà di fare tunnel più grandi e di scendere fino a quei livelli».

Elizabeth Robinson, amministra­tore delegato di Muzo, dice che la concession­e acquisita definitiva­mente nel 2014 (rinnovabil­e per 25 anni) non pone loro alcun limite di sfruttamen­to del sottosuolo. Subentrand­o al vecchio potente proprietar­io Victor Carranza, la società ha riorganizz­ato la gestione della miniera in modo legale e sicuro (portando ossigeno canalizzat­o sottoterra), mettendo al bando il lavoro minorile, retribuend­o i minatori (400 dollari al mese, prima si compensava­no da sé rubando piccoli smeraldi), fornendo servizi sanitari e sociali per gli anziani del posto.

Nel XVI secolo i Conquistad­ores, alla ricerca della mitica El Dorado, setacciaro­no la Colombia (Muzo fu fondata nel 1559) in cerca dei manufatti d’oro precolombi­ani per fonderli. Ma apprezzaro­no subito anche le verdi pietre che gli indigeni usavano per i loro rituali propiziato­ri. Così per adornare il capo della statua della Vergine nella cattedrale di Popayán gli spagnoli fecero realizzare nel 1660 la Corona delle Ande (recente acquisizio­ne del Metropolit­an Museum di New York) con 443 smeraldi. Ma la Colombia vanta anche dei rari reperti. Fossili di molluschi al cui guscio si è sostituita la formazione mineralogi­ca dello smeraldo. Averne uno al dito sarebbe proibitivo.

Tesori L’ultima super pietra estratta dalla storica miniera pesa 400 grammi, 2.350 carati

 ??  ?? 1 Dries van Noten in passerella dopo una sfilata. Belga, classe 1958, nel 1985 apre una piccola boutique ad Anversa e l’anno successivo debutta sulle passerelle di Londra con la sua collezione maschile. Nel 1987 propone la prima collezione femminile, cinque anni dopo approda a Parigi2 Nel backstage della sfilata di van Noten del 2013. Nelle collezioni maschili ha sempre osato abiti che esplorasse­ro anche il lato femminile dell’uomo3 La sfilata di van Noten per la primavera estate 2015. Lo stilista belga da sempre investe molte energie creative anche nella presentazi­one delle collezioni. In questo caso, la passerella è stata trasformat­a in un prato per un picnic all’aperto4 Nicole Kidman elegantiss­ima in un abito silver di Dries van Noten
1 Dries van Noten in passerella dopo una sfilata. Belga, classe 1958, nel 1985 apre una piccola boutique ad Anversa e l’anno successivo debutta sulle passerelle di Londra con la sua collezione maschile. Nel 1987 propone la prima collezione femminile, cinque anni dopo approda a Parigi2 Nel backstage della sfilata di van Noten del 2013. Nelle collezioni maschili ha sempre osato abiti che esplorasse­ro anche il lato femminile dell’uomo3 La sfilata di van Noten per la primavera estate 2015. Lo stilista belga da sempre investe molte energie creative anche nella presentazi­one delle collezioni. In questo caso, la passerella è stata trasformat­a in un prato per un picnic all’aperto4 Nicole Kidman elegantiss­ima in un abito silver di Dries van Noten
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