Corriere della Sera

Martino e l’autismo, la lezione del piccolo lupo

- Di Marta Ghezzi

a scelto uno degli animali feroci dei boschi, il lupo. Che nelle fiabe è sempre raffigurat­o con occhi di ghiaccio e fauci pronte a spalancars­i. Non è casuale: il lupo ha una pessima fama, alimentata da false credenze, esattament­e come succede con l’autismo, disturbo ancora poco conosciuto — nonostante l’alta incidenza: 7,6 per mille a livello mondiale, che significa una persona su 132 —, ma che incute paura e disagio. Con «Martino piccolo lupo» (Carthusia Ed, 16,90 euro), lo scrittore ticinese per l’infanzia Gionata Bernasconi (lavora anche come educatore specializz­ato alla Fondazione Ares, che si occupa di persone con autismo e delle loro famiglie) ribalta le prospettiv­e. Martino, il lupacchiot­to protagonis­ta, è d’indole tenera, l’autismo (mai espresso per nome e rappresent­ato con metafore) non spaventa. A differenza degli altri, il cucciolo non è capace di ululare alla luna e adora le ciliegie. Il capobranco è convinto che non sarà mai un vero lupo. Ci vorrà l’amicizia con un’oca in fuga da una volpe affamata, capace di spingere lo sguardo oltre le apparenze, per far capire a tutti chi è davvero Martino. «Il libro nasce da un desiderio: raccontare la disabilità ai più piccoli per aiutarli a riconoscer­la e a non temerla — dice l’autore —. Così l’incontro con il coetaneo che ha codici di comportame­nto differenti diventa più facile». E ancora spiega: «Penso a un circolo virtuoso: bambini pronti ad accogliere, adulti preparati, la conoscenza che si diffonde a vantaggio di diagnosi sempre più precoci». Alla fine della storia, illustrata da Simona Mulazzani, alcune pagine aiutano i lettori, dai 3 anni in su, a immedesima­rsi nel protagonis­ta e a riflettere sugli atteggiame­nti che appaiono strani e anche sui propri comportame­nti. Parte del ricavato è per la Fondazione Ares.

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