Imparare a (non) chiedere sempre scusa
«Scusa se ti disturbo», «volevo solo chiederti » , « certo, non sono un’esperta » , « era solo un’idea » , «spero di essere riuscita a spiegarmi», «ha senso quel che dico?». Sono le espressioni con cui le donne si sabotano: trasmettono insicurezza e senso d’inferiorità, ne minano l’autorevolezza. Diciamo «scusa» e «solo» e «veramente io» come intercalare, per scusarci di esistere: ci vergogniamo di avere un’opinione. Un tale cliché che Amy Schumer ne ha fatto una riuscita parodia.
Oggi però un’app di Google Chrome, inventata da una manager, aiuta a eliminare il linguaggio autolesivo. Si chiama Just Not Sorry, e funziona con l’email. Quando scrivi, l’app sottolinea in rosso le espressioni incriminate, come fossero refusi ortografici. Poi, se col mouse ci passi sopra, appare per ciascuna l’osservazione di una linguista o Ceo, che spiega l’errore e cosa dire invece. «“Solo” sminuisce il tuo pensiero», «“Grazie” è più efficace di “scusa”», «“Veramente” comunica sorpresa che tu abbia qualcosa da dire. Certo che hai da dire, fallo e basta». Mail dopo mail s’impara.
E certo, è un po’ avvilente riprendere le donne per il modo in cui si esprimono, quasi fosse una colpa. Tanto più che uno dei motivi per cui ci scusiamo di continuo è che da secoli siamo respinte o redarguite ogni qualvolta ci mostriamo autoassertive. Istruite ad occupare il minor spazio, il minor tempo. Ma se non basterà rimuovere due «sorry» per ottenere quella promozione, in pochi giorni, informa Slate, l’app è scaricatissima, e le utenti riferiscono di stare acquisendo nuova consapevolezza, anche nel linguaggio parlato. Occorrerebbe ora un’app complementare: che disseminasse un po’ di «scusa» nelle mail dei maschi. Ma è solo un’idea.
Costanza RdO