E Bruxelles vuole meno carte e più trasparenza
La proposta della presidenza olandese sui prospetti. Il pressing di Renzi
«Un fogliettino chiaro» al posto di decine di pagine incomprensibili. È la riforma del «prospetto informativo» che piacerebbe al premier Matteo Renzi per mettere il risparmiatore al riparo da investimenti rischiosi a sua insaputa, come quelli di cui si lamentano ora gli obbligazionisti subordinati
delle 4 banche fallite (Etruria, Marche, CariFe e CariChieti). «Se uno va in banca e gli dessero un foglio con tre cose scritte chiare...», ha detto Renzi nella conferenza stampa di fine d’anno. Solo che anche per questa riforma il premier se la deve vedere con l’Europa, dove la partita è aperta.
I prospetti informativi seguono infatti una direttiva europea (la 71 del 2003) entrata in vigore nel 2005 che rientra tra quelle di «massima armonizzazione», sulle quali cioè gli Stati membri hanno scarsi margini. Ora la commissione Ue, proprio l’anno scorso, ha deciso di riformare la direttiva e ha licenziato il 30 novembre la sua proposta di Regolamento. Le nuove regole puntano a semplificare il prospetto, ma muovendo da un presupposto diverso da quello che anima Renzi. La commissione vuole rendere il prospetto meno oneroso per gli emittenti dei prodotti finanziari, in particolare le piccole e medie imprese, che vanno incoraggiate ad affacciarsi sui mercati finanziari. Insomma, gli uffici Ue hanno lavorato in questi mesi partendo dall’idea che se si chiedono troppe informazioni e adempimenti non si aiutano le imprese a crescere. Certo, ferma restando la tutela dei risparmiatori, conferma Bruxelles, ma non è questa la principale preoccupazione.
Dal primo gennaio, sotto il semestre di presidenza olandese, la discussione riprenderà e qui, evidentemente, il governo italiano potrebbe far valere un indirizzo più centrato sulla semplificazione a vantaggio del risparmiatore e magari far includere esplicitamente (nella proposta non è chiaro) nel raggio d’azione della riforma anche le obbligazioni subordinate. In alternativa si potrebbe valutare anche un’altra strada, quella di far ricadere, chiedendo un parere in tal senso alla commissione, le obbligazioni subordinate sotto il regolamento europeo già varato e che entrerà in vigore il primo gennaio 2017 sui Prips (Packaged retail investment products). In questo caso anche per queste scatterebbe il Kid, il Key information document applicato ai Prips: non proprio il foglietto che vuole Renzi ma due-tre pagine con le informazioni essenziali per il risparmiatore, tra le quali l’indicazione della classe di rischio del prodotto (fino a 7) che vuole acquistare.
Mercati Documenti meno onerosi aiuterebbero le pmi ad affacciarsi sui mercati finanziari