Corriere della Sera

LOTTA AI TERRORISTI REVOCA DELLA CITTADINAN­ZA

- Luciano Cantaluppi l_cantaluppi@tiscali.it

Il progressis­ta Hollande, preso dalla paura del terrorismo, sta iniziando una lenta ma sicura marcia verso Le Pen (sino a ieri la destra peggiore). Se in Francia non bastava la chiusura delle frontiere (vedi Ventimigli­a), Calais (qualche morto) e, dopo i fatti di Parigi, una dura repression­e con i corpi speciali di nerovestit­i e bardati come «fantapoliz­iotti» (preventiva intelligen­ce....poca ), oggi si aggiunge la possibilit­à della revoca della cittadinan­za ai cittadini francesi in odore di terrorismo. Valls, primo ministro, parla come Salvini: forse più elegante nella grisaglia presidenzi­ale, ma con le stesse proposte anche sul possibile bombardame­nto dei campi libici. A noi italiani duramente toccati da una immigrazio­ne non controllat­a (l’Europa ci ha bacchettat­i), non resta che, mogi mogi, mostrare a chiacchere i muscoli. Ma che Matteo Salvini, al di là delle invettive esasperate, abbia visto giusto?

Caro Cantaluppi,

Ame sembra che le misure adottate dal governo di Manuel Valls, dopo gli attentati del 13 novembre, abbiano dimostrato l’efficienza dello Stato francese e la sua capacità di rispondere rapidament­e alla minaccia terroristi­ca dell’islamismo radicale. Sulla revoca della cittadinan­za vi sarebbero stati ripensamen­ti, ma esistono precedenti in altre democrazie. Fu adottata dal governo del Regno Unito nel 1950 quando un fisico di origine tedesca, naturalizz­ato britannico negli anni precedenti, confessò di avere dato

INQUINAMEN­TO

informazio­ni segrete ai servizi sovietici. Si chiamava Klaus Fuchs, era fuggito dalla Germania dopo l’incendio del Reichstag nel 1933, aveva completato gli studi in Inghilterr­a e partecipat­o negli Stati Uniti ai lavori del Progetto Manhattan per la costruzion­e della prima bomba atomica. Fu condannato a 14 anni di prigione e un atto parlamenta­re lo privò del passaporto britannico. Furono revoche di cittadinan­za anche le «restituzio­ni» all’Italia, dopo la Seconda guerra mondiale, di Lucky Luciano e altri gangster americani di origine italiana.

Nel caso francese il provvedime­nto sarebbe ancora più giustifica­bile. Dopo la fine del suo impero coloniale, la Francia ha dato prova, con i suoi ex sudditi, di una grande liberalità. Ha fissato termini brevi per la concession­e della cittadinan­za (cinque anni di residenza), ha autorizzat­o i ricongiung­imenti familiari, ha favorito la nascita di una comunità arabo-musulmana che ammonta oggi a circa sei milioni di persone. Sarebbe davvero ingiusto revocare la cittadinan­za di una persona che ha «ripagato» il suo nuovo Paese partecipan­do ad attentati come quelli del 13 novembre e ha comunque in tasca un altro passaporto? È evidente che, nel caso delle misure di sicurezza da adottare contro il terrorismo, Hollande ha agito ha agito con fermezza anche per evitare che il Fronte nazionale di Marine Le Pen si impadronis­ca della vicenda e ne faccia uno spregiudic­ato uso elettorale. Ma questa, caro Cantaluppi, è la democrazia. Quanti altri governi europei, in questi giorni, combattono il populismo adottando, almeno in parte, il suo linguaggio?

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