Tiziano Ferro si racconta in uno speciale che parla ai giovani

Lo speciale «Tiziano Ferro – Lo stadio» ha raccontato su Raiuno l’anno d’oro del cantautore di Latina, culminato in un tour di successo negli stadi la scorsa estate (mercoledì, 21.20). Giusto che il servizio pubblico si occupi anche di musica, giusto che lo faccia l’ammiraglia Raiuno, provando per una volta a uscire dal pantheon dei «capitani coraggiosi» per parlare anche a un pubblico più giovane e meno nostalgico, come già era successo con lo speciale dedicato a Jovanotti e come fanno anche i canali tematici della pay tv.

Ferro non è nuovo alle collaborazioni televisive: l’avevamo già visto qualche stagione fa duettare con Laura Pausini alla conduzione di «Due». Ora la confidenza con il mezzo è aumentata ed è parso molto più a suo agio di fronte alle telecamere del documentario.

Raccontare la musica in televisione, soprattutto su una rete generalista, non è facile: un mezzo di comunicazione rischia di schiacciare l’altro e non sempre si trova l’equilibrio giusto. Lo speciale su Ferro ha scelto la formula del «concerto per la tv», abbinato a riprese del backstage e momenti di commento dell’artista stesso. Le esecuzioni dei brani più celebri del suo repertorio, le grandi ballad (da «Il regalo più grande» a «Non me lo so spiegare» e «Alla mia età») e i pezzi degli esordi (come «Rosso relativo» e «Xverso»), sono state intervallate da commenti e monologhi dell’artista, in una sorta di conversazione cuore a cuore con i suoi fan.

Da questa confessione mediatica è emerso il ritratto di una delle poche star italiane conosciute a livello internazionale, ma anche un profilo più intimo: Ferro sa raccontarsi e ha toccato alcuni dei temi che gli stanno più a cuore, dal lavoro «artigianale» che c’è alla base della preparazione di un concerto alla difesa della sua vita privata (che però lui stesso ha già reso oggetto di libri e interviste). Un giusto regalo di capodanno per i suoi fan.