Corriere della Sera

La crisi della fabbrica del caffè simbolo di un Paese a due velocità La vertenza alla Saeco infiamma Bologna (e la politica) nell’anno in cui il Pil riparte

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Come detto il caso Saeco a Bologna fa discutere animatamen­te. Capita così che i politici locali si improvvisi­no esperti di politica industrial­e e lancino fantasiose ipotesi alternativ­e, succede anche che la Fiom locale per una volta vada d’accordissi­mo con il ministro (bolognese) Federica Guidi e le manifestaz­ioni di sostegno da novembre ad oggi non hanno avuto cali di tensione. In città caso mai c’è qualcuno che maliziosam­ente mette a confronto la visibilità della vertenza Saeco con il pudore che avvolge il caso Coop Costruzion­i, 300 lavoratori senza lavoro per il crac dell’azienda che hanno ottenuto in zona Cesarini un anno di cassa integrazio­ne. Comunque mentre Bologna, dopo i successi di attrazione del Suv Lamborghin­i e dell’impianto Philip Morris, si Il gesto Le scritte, di protesta, di fronte allo stabilimen­to della Saeco a Gaggio Montano, in provincia di Bologna. Qui i dipendenti della società hanno istituito un presidio per contestare la decisione della Philips (che è proprietar­ia della Saeco) di licenziare 250 persone

candidava a insidiare Milano come hub delle multinazio­nali in Italia, gli olandesi della Philips stanno guastando la festa. Nei rapporti con il ministero dello Sviluppo economico finora sono stati arroganti, non hanno prodotto motivazion­i e numeri certi e così in Emilia sono diventati il diavolo. Il governator­e Bonaccini si è spinto addirittur­a a minacciare ritorsioni contro gli stranieri che vengono in Italia a depredarci dei nostri marchi. In realtà l’avvento delle cialde pronte ha rivoluzion­ato il mercato e sono entrati in gioco direttamen­te i grandi brand del caffè e comunque il confronto con i concorrent­i della De Longhi è impietoso. I veneti producono un milione di pezzi l’anno e vanno a gonfie vele, Saeco solo centomila e hanno problemi enormi di produttivi­tà ed efficienza. A Gaggio c’è un’altra azienda del gruppo che fa i grandi distributo­ri automatici di caffè — quelli da ufficio — e va bene perché il prodotto è

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