Dagli hipster agli attori di Hollywood, la moda dopo un secolo torna anche tra i politici Ma il look dello speaker alla Camera Ryan diventa un caso: i repubblicani gli chiedono di radersi
David Beckham, 40 anni, ex calciatore inglese, è uno dei più famosi ad aver sfoggiato la barba nel mondo dello sport
Paul Ryan, 45 anni, speaker repubblicano della Camera, si è fatto crescere la barba attirandosi molte critiche
L’attore Leonardo DiCaprio, 41 anni, porta una barbona in Revenant, il film che potrebbe regalargli il suo primo Oscar
Il cantante e compositore John Legend, 37 anni: si è sposato con la modella Christine Teigen sul Lago di Garda
L’attore Bryan Cranston, 59 anni, con l’inconfondibile pizzetto del protagonista di Breaking Bad
Il rapper canadese Drake, 29 anni, noto anche come attore per l’interpretazion e del disabile Jimmy Brooks nella serie Degrassi: The Next Generation
L’attore statunitense Jon Hamm, 44 anni, che ha vestito i panni di Don Draper nella serie tv Mad Men
Andrea Pirlo, 36 anni, nazionale italiano e calciatore del New York City alle istanze femministe. Un altro risultato interessante dello studio: anche se i politici barbuti risultavano più mascolini e meno femministi, alla domanda su chi fosse più propenso a optare per l’uso della forza in caso di conflitto internazionale, non c’era una chiara predominanza dei barbuti. Più maschi, più maschilisti, ma non guerrafondai.
Questa potrebbe essere una delle ragioni per le quali da quando (1920) negli Stati Uniti c’è il suffragio universale, le barbe dei politici — un tempo onnipresenti — sono rapidamente sparite, per non fare praticamente più ritorno a parte casi immediatamente considerati clamorosi. Paul Ryan, speaker repubblicano della Camera ed ex candidato alla vicepresidenza con Mitt Romney nel 2012, si è fatto crescere la barba — erano 90 anni che l’America non aveva uno speaker barbuto, l’ultimo presidente dal volto non rasato è stato William Howard Taft 103 anni fa. Molti repubblicani criticano Ryan per il look (lo vorrebbero sbarbato), la rivista conservatrice National Review gli ha chiesto di radersi e c’è
Vecchi tempi
Dopo la sconfitta del 2000, Al Gore se la lasciò crescere. E molti pensarono: è depresso
chi, nella base del partito, ha fatto immancabilmente notare che la barba sarebbe «da musulmano».
Il vicepresidente americano Al Gore si lasciò crescere la barba dopo la controversa sconfitta elettorale del 2000 contro George W. Bush e venne malamente schernito dai media — la rinuncia al rasoio considerata come un sintomo di depressione, curiosamente lo stesso destino toccato a David Letterman, pensionato dalla Cbs che si è subito fatto crescere la barba attirando ironie on line e sui media tradizionali.
Perfino Jack Dorsey, fondatore di Twitter da poco tornato al timone della sua creatura, qualche mese fa è apparso in tv con un’insolita «barba alla Lincoln » molto lunga sul mento, look ottocentesco attualmente molto popolare tra gli uomini delle aziende «tech» della Silicon Valley, e la madre — via Twitter — gli ha chiesto di radersi.