Ferrari corre senza Fca Dopo Wall Street debutto in Piazza Affari
Renzi atteso in Borsa. Il mercato scommette sui nuovi valori
Da domani la Ferrari inizierà la sua corsa anche in Piazza Affari. Dopo lo sbarco a Wall Street dello scorso 21 ottobre, le azioni del Cavallino rampante debutteranno anche su quello che si può definire il «circuito» di casa, la Borsa di Milano. Entro oggi, infatti, si consumerà la separazione tra Fiat Chrysler Automobiles e Ferrari che arriva dopo 47 anni di felice connubio: nel 1969 iniziò il processo di assimilazione della Ferrari nella Fiat con una quota di partenza del 50%.
Da domani, quindi, le azioni della casa di Maranello viaggeranno da sole anche a Piazza Affari, così come deliberato dall’assemblea dello scorso 2 dicembre ad Amsterdam. Per l’esordio alla Borsa di Milano, fissato alle 9 del mattino, è prevista anche la presenza del premier Matteo Renzi il primo che, qualche tempo fa, rivelò l’impegno di Fca a quotare la società anche a Piazza Affari. Ovviamente per la cerimonia di avvio delle contrattazioni saranno presenti in Piazza Affari anche i vertici al completo di Ferrari, dall’azionista John Elkann al presidente Sergio Marchionne (che di Fca è chief executive
Il patto con l’erede Exor ha firmato nei giorni scorsi un patto parasociale con Piero Ferrari, che ha il 10%
officer), dall’amministratore delegato Amedeo Felisa a Piero Ferrari, figlio del fondatore Enzo.
Con la separazione delle due società a Exor — la holding quotata della famiglia Agnelli-Elkann — resterà in portafoglio il 23,5% del capitale di Ferrari. Quota che, però, non metterà in discussione il controllo: Ferrari — come del resto Fiat Chrysler Automobiles — è una società di diritto olandese per la quale vale il meccanismo del voto multiplo per i soci stabili. In definitiva la holding della famiglia Agnelli-Elkann potrà contare sul 33,4% dei voti in Ferrari. Blindati da un patto parasociale firmato nei giorni scorsi con Piero Ferrari che ha in portafoglio il 10% del capitale e il 15,4% dei diritti di voto.
Nell’ambito della separazione tra le due società agli azionisti di Fca andranno una azione ordinaria Ferrari ogni dieci azioni ordinarie Fca e una azione a voto speciale Ferrari ogni dieci azioni a voto speciale Fca. Il dado, comunque, è tratto, visto che il 30 dicembre è stato l’ultimo giorno di quotazione per le Fca vecchia maniera. Solo tra il 6 e il 7 gennaio l’operazione di assegnazione sarà efficace e quindi venerdì 8 gennaio sarà il primo giorno in cui la totalità delle azioni Ferrari assegnate con lo scorporo sarà quotata regolarmente.
L’attesa del mercato, comunque, non è solo per Ferrari ma anche per il valore della nuova Fca senza la «Rossa», su cui i trader e gli analisti finanziari si stanno adoperando in calcoli da giorni. Il conteggio più semplice lo si può fare con il valore delle Ferrari a Wall Street: collocate a New York a 52 dollari ad azione, hanno chiuso il 2015 a 48 dollari per una capitalizzazione di circa 9 miliardi di dollari, circa 8,3 miliardi di euro. Con questi numeri l’80% detenuto da Fca fino al 2015 valeva circa 6,7 miliardi di euro. Sottraendo quest’ultima cifra alla capitalizzazione di 16,9 miliardi di Fca dell’ultima chiusura dell’anno, il valore post-scissione si attesta a circa 10 miliardi di euro. Si tratta di calcoli teorici, che solo il mercato potrà confermare. Ma certo il valore di Fca senza Ferrari sarà fondamentale per avviare eventuali trattative con nuovi partner. Un consolidamento al quale Marchionne pensa da tempo. Nel frattempo, Ferrari sarà libera di correre da sola, non solo a New York ma, da domani, anche a Milano.