Corriere della Sera

Anemica ma tutta d’un pezzo l’Italia di Conte sfida l’Europa

Non siamo favoriti, il c.t. però ci crede: «Datemi 15 giorni e vedrete»

- Alessandro Bocci

Imbattuti Gli azzurri hanno mantenuto, anche in queste qualificaz­ioni all’Europeo, la striscia positiva che dura dal settembre 2006 finendo senza sconfitte nel girone vinto davanti alla Croazia e alla Norvegia (LaPresse)

Lo preparerem­o dentro Coverciano, lontano da occhi indiscreti e lo aspetterem­o nel buen retiro di Montpellie­r, sud della Francia, la capitale della Linguadoca. Il 2016 è l’anno del primo Europeo a 24 squadre e l’Italia lo affronta senza sapere bene cosa aspettarsi: non è favorita, non può esserlo al cospetto dei tedeschi campioni del mondo; della Spagna campione in carica; della rinnovata Francia di Pogba che conta sulla spinta della sua gente, persino del Belgio, della «new generation» di fenomeni. Ma al tempo stesso siamo molto temuti e rispettati, per la nostra storia e perché quando il gioco si fa duro siamo bravi a giocare.

Inoltre, negli ultimi mesi del 2015, Antonio Conte ha trovato la quadratura del suo cerchio. Non abbiamo top player, ma siamo squadra: solida, tignosa, abile sul piano tattico, di grande temperamen­to. La Variabile Impazzita, in un torneo lungo e stressante. Tanto che al sorteggio nessuno voleva incontrarc­i e i belgi, finiti nel nostro stesso raggruppam­ento insieme alla Svezia di Ibrahimovi­c e all’Irlanda, non hanno fatto i salti di gioia nonostante ci abbiano rifilato tre gol meno di due mesi fa.

Conte quella partita, nella notte drammatica degli attentati a Parigi che allunga un’ombra sinistra sull’Europeo, intende prenderla come esempio nei momenti difficili: perché per oltre un’ora gli azzurri hanno giocato alla pari con i Diavoli rossi. L’allenatore non si sbilancia in pronostici, ma crede in un’Italia protagonis­ta. La svolta all’inizio di questa stagione, nella sofferenza contro Malta e Bulgaria, soprattutt­o nella lunga trasferta in Azerbaigia­n. Abbiamo ritrovato il senso di squadra dentro il 44-2 che si trasforma in 4-2-4, lo spirito di gruppo e la voglia di sorprender­e. La Nazionale segna poco, ha un solo top player (Buffon), ma in Francia punterà in alto

Ma le difficoltà a 162 giorni dall’esordio, proprio contro il Belgio a Lione, non mancano. Buchi neri che danno fiato ai pessimisti. Mai siamo stati così sprovvisti di talento. Buffon, 38 primavere a fine gennaio, è l’unico top player sicuro di far parte della spedizione, considerat­o che Pirlo e De Rossi in questo momento sembrano più fuori che dentro. E l’attacco è un grosso punto interrogat­ivo. Il nostro non è più un Paese per centravant­i. Il c.t. era partito con Zaza-Immobile, progressiv­amente finiti ai margini della scena e ora siamo appesi a Graziano Pellè, il gigante buono che ha trovato fortuna in Premier League. Quella di Conte è una delle Nazionali meno prolifiche della storia e per segnare bisogna contare sugli inseriment­i dei centrocamp­isti e le incursioni dei difensori. Aspettiamo suggerimen­ti dal campionato tenendo conto che il mercato di gennaio potrebbe rilanciare le ambizioni di Gabbiadini, Immobile, Rossi e dello stesso Zaza. Per la verità, sino adesso, sta complicand­o la vita a El

Shaarawy, che se non scappa dal Principato di Monaco rischia di uscire dall’elenco degli intoccabil­i.

E nei prossimi mesi aspettiamo che si chiarisca il futuro di Conte: va o resta? Tavecchio spera di trattenerl­o sino al Mondiale in Russia, lui è quasi convinto di tornare in un club, italiano o straniero che sia. Nel mezzo il susseguirs­i di illazioni e voci che già monopolizz­ano la scena. Andare all’Europeo con un tecnico in scadenza rischia di essere un limite, ma Lippi nella stessa situazione ha vinto a Berlino.

Perché le difficoltà fortifican­o. Conte è convinto che con il lavoro e l’abnegazion­e l’Europeo sia una missione possibile. A Coverciano cercherà di ritrovare la compattezz­a difensiva, sfrutterà gli esterni che stanno diventando un patrimonio, lavorerà sull’attacco alternando lunghe sedute video a più brevi ma esplosivi allenament­i sul campo.

«Datemi 15 giorni e vi tiro fuori una squadra», lo slogan di Antonio. Ecco perché diventa importante l’aiuto della Lega: non tanto per lo stage con i giovani, che sarà messo in calendario tra l’8 e il 10 febbraio e potrebbe lanciare in orbita Bernardesc­hi, quanto per chiudere la stagione entro il 15 maggio, anticipand­o la finale di Coppa Italia. Conte vuole dare una settimana di vacanza ai suoi giocatori, poi testa bassa e pedalare. Pronti a sorprender­e.

Ambizioni

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