L’OFFENSIVA DEI TROPPO «CORRETTI»
La Spagna, che (sia detto per inciso) non è ancora riuscita a darsi un governo, tra due giorni sarà politicamente compensata da una straordinaria novità. La sindaca di Madrid, Manuela Carmena, eletta a maggio con l’appoggio di Podemos — reduce dall’aver vinto battaglie per il ridimensionamento del presepe nel Palacio de Cibeles e per la celebrazione del Natale multietnico con tamburi africani, poesia serba e musica palestinese — ha ottenuto che la sera del 5 gennaio debuttino i Re Magi donna. Come Conchita Wurst o Annie Girardot nel celeberrimo film di Marco Ferreri, Gaspare e Melchiorre saranno — nelle sfilate di Puente de Vallecas e Sans Blas-Canillejas — reinas magas con tanto di barba (Baldassarre no, perché è nero e farlo impersonare da una donna barbuta deve essere sembrato eccessivo). La sindaca madrilena gioisce in questi primi giorni del 2016 per i suoi personali trionfi che ne fanno un’eroina della guerra mondiale combattuta sotto le insegne del «politicamente corretto».
Già, perché in Spagna il presepe non viene soppresso per andare incontro a bambini di altre religioni (i quali, peraltro, né direttamente, né attraverso madri e padri, hanno mai chiesto di adottare questo tipo di misure). A Madrid non c’è motivo perché, come è accaduto da noi, un Matteo Salvini si presenti con mantello e turbante all’asilo di sua figlia: Cristianesimo e Islam non c’entrano; Manuela Carmena si è spesa esclusivamente per un’Epifania che contemplasse «un rapporto più equilibrato tra uomini e donne».