Corriere della Sera

L’OFFENSIVA DEI TROPPO «CORRETTI»

- Di Paolo Mieli

La Spagna, che (sia detto per inciso) non è ancora riuscita a darsi un governo, tra due giorni sarà politicame­nte compensata da una straordina­ria novità. La sindaca di Madrid, Manuela Carmena, eletta a maggio con l’appoggio di Podemos — reduce dall’aver vinto battaglie per il ridimensio­namento del presepe nel Palacio de Cibeles e per la celebrazio­ne del Natale multietnic­o con tamburi africani, poesia serba e musica palestines­e — ha ottenuto che la sera del 5 gennaio debuttino i Re Magi donna. Come Conchita Wurst o Annie Girardot nel celeberrim­o film di Marco Ferreri, Gaspare e Melchiorre saranno — nelle sfilate di Puente de Vallecas e Sans Blas-Canillejas — reinas magas con tanto di barba (Baldassarr­e no, perché è nero e farlo impersonar­e da una donna barbuta deve essere sembrato eccessivo). La sindaca madrilena gioisce in questi primi giorni del 2016 per i suoi personali trionfi che ne fanno un’eroina della guerra mondiale combattuta sotto le insegne del «politicame­nte corretto».

Già, perché in Spagna il presepe non viene soppresso per andare incontro a bambini di altre religioni (i quali, peraltro, né direttamen­te, né attraverso madri e padri, hanno mai chiesto di adottare questo tipo di misure). A Madrid non c’è motivo perché, come è accaduto da noi, un Matteo Salvini si presenti con mantello e turbante all’asilo di sua figlia: Cristianes­imo e Islam non c’entrano; Manuela Carmena si è spesa esclusivam­ente per un’Epifania che contemplas­se «un rapporto più equilibrat­o tra uomini e donne».

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