Mogherini e la Ue in campo per fermare l’escalation
La doppia iniziativa è partita da Bruxelles. Nel giro di poche ore, Federica Mogherini ha avuto ieri due conversazioni telefoniche con i ministri degli Esteri di Iran e Arabia Saudita, Javad Zarif e Ahmed Al-Jubeir. Preoccupata delle imprevedibili conseguenze che un aggravamento della tensione tra Teheran e Riad potrebbe innescare, l’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Unione Europea ha lanciato un forte appello alla moderazione ai due contendenti, ricordando che le potenze regionali sono chiamate «ad agire con responsabilità in una situazione già molto volatile». «È in gioco la sicurezza e la stabilità dell’intera regione, già minacciata da gravissimi pericoli», ha detto Mogherini a Zarif, col quale ha parlato per quasi mezz’ora, affrontando anche lo stato di applicazione dell’accordo sul nucleare iraniano, concluso lo scorso luglio a Vienna. L’intesa è vicina all’«implementation day», il giorno dell’applicazione concreta, quando al rispetto degli impegni sulla fine delle attività nucleari iraniane corrisponderà lo smantellamento delle sanzioni da parte della comunità internazionale. Sul tema più urgente, Mogherini e Zarif hanno concordato che «nessuno sforzo dovrebbe essere risparmiato per tenere la situazione sotto controllo, evitando una escalation delle tensioni settarie». A preoccupare l’Alto Rappresentante è soprattutto l’impatto distruttivo che il nuovo scontro rischia di avere sull’embrione di dialogo avviato nel processo di pace in Siria e nella lotta allo Stato Islamico: «Sforzi che non devono essere vanificati dalla nuova instabilità», ha detto Mogherini. Secondo fonti europee, Zarif avrebbe confermato l’impegno iraniano a calmare le emozioni, anche se i toni infuocati della Guida Suprema, l’ayatollah Khamenei, sembrano indicare il contrario. Il ministro degli Esteri ha assicurato che Teheran è decisa a far avanzare il negoziato per una soluzione politica della crisi siriana. Parlando nel pomeriggio con Al-Jubeir, Mogherini ha sollevato lo stesso tema, il rischio che le varie finestre di dialogo aperte in Medio Oriente possano chiudersi. Al ministro saudita ha reiterato la contrarietà europea alla pena di morte, pur condannando l’attacco all’ambasciata saudita di Teheran.