Completato il distacco da Fca Il Cavallino debutta a Milano
Ci saranno una decina di auto da sogno, compreso l’ultimo modello F12 Tdf, questa mattina dinanzi a Palazzo Mezzanotte, a Milano. Perché la seduta d’esordio del 2016 di Borsa Italiana sarà tinta di rosso, quello della Ferrari che da oggi sarà quotata anche a Milano dopo lo sbarco a Wall Street dello scorso 21 ottobre.
L’evento di questa mattina, a partire dalle ore 9, è tra quelli da celebrare. E infatti ospite d’onore sarà il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Con lui sarà ovviamente presente anche lo staff al completo di Ferrari e Fiat Chrysler Automobiles: da John Elkann, presidente di Fca, a Sergio Marchionne, presidente della Ferrari e amministratore delegato di Fca; da Amedeo Felisa, amministratore delegato di Ferrari, a Piero Ferrari, figlio di Enzo fondatore della casa automobilistica di Maranello.
La quotazione alla Borsa Italiana arriva dopo che ieri si è completata la separazione di Ferrari da Fiat Chrysler Automobiles dopo 47 anni di felice connubio: nel 1969 iniziò, infatti, il processo di assimilazione della società fondata da Enzo Ferrari nella Fiat di allora con una quota di partenza del 50%.
Lo scorporo della Rossa consentirà a Fca sia di ridurre l’indebitamento, sia di aumentare la provvista per gli investimenti futuri. Nel dettaglio, l’80% di Ferrari sarà assegnato ai soci Fca con un rapporto di concambio di 1 a 10, cioè un titolo del Cavallino rampante ogni dieci di Fiat Chrysler Automobiles. Solo tra il 6 e il 7 gennaio l’operazione di assegnazione sarà completata e quindi venerdì 8 gennaio sarà il primo giorno in cui la totalità delle azioni Ferrari assegnate con lo scorporo saranno quotate. Oggi, però, sarà fatto il primo prezzo Ferrari (e le azioni saranno negoziate sotto il simbolo ticker race), e le Fca saranno contrattate senza il valore della Rossa «in pancia». Da qui l’attesa di trader e analisti di Borsa, anche perché il valore di Fca senza Ferrari — la stima, sulla base della valorizzazione della casa di Maranello a Wall Street, è di circa 10 miliardi di euro — sarà fondamentale per Marchionne per poter avviare eventuali trattative con nuovi partner in vista di un possibile consolidamento della società sul mercato internazionale dell’automobile.
Con la separazione di Ferrari da Fca, a Exor — la holding quotata della famiglia Agnelli-Elkann — resterà in portafoglio il 23,5% del capitale della società di Maranello (che si aggiunge al 29,1% di Fiat Chrysler Automobiles). Quota che, però, non metterà in discussione il controllo: Ferrari — come del resto Fca — è una società di diritto olandese per la quale vale il meccanismo del voto multiplo per i soci stabili. In definitiva la holding della famiglia Agnelli-Elkann potrà contare sul 33,4% dei voti in Ferrari. Blindati da un patto parasociale firmato nei giorni scorsi con Piero Ferrari, che ha in portafoglio il 10% del capitale e il 15,4% dei diritti di voto. Da oggi, quindi, la compagine azionaria della Ferrari vedrà Exor primo azionista con il 23,5% delle azioni, Piero Ferrari a seguire con il 10% e il restante 66,5% sarà sul mercato contro il solo 10% quotato a Wall Street fino al 31 dicembre scorso.