«Valori europei minacciati» La Polonia sotto sorveglianza
Stato di diritto messo in discussione e violazione della libertà di stampa. Le ultime riforme adottate dalla Polonia guidata dal partito populista, nazionalista ed euroscettico «Diritto e giustizia» di Jaroslaw Kaczynski finiscono sul tavolo della Commissione europea.
Il 13 gennaio il Collegio dei commissari dovrà valutare se Varsavia stia violando la base comune di valori europea, dopo l’adozione della riforma della Corte costituzionale, che mina la separazione dei poteri, e la decisione di sottoporre al controllo statale l’informazione pubblica.
Bruxelles si prepara così ad attivare il meccanismo adottato nel marzo 2014 per fronteggiare le minacce sistemiche allo Stato di diritto in uno dei 28 Paesi membri della Ue, una sorta di preallarme per avviare un dialogo con la Polonia e trovare le soluzioni necessarie per evitare che scatti il sistema sanzionatorio previsto dall’articolo 7 del Trattato dell’Unione europea: la perdita di alcuni diritti compreso quello di voto nel Consiglio. Misura che finora non è mai stata inflitta.
Il dibattito è il primo di una procedura in tre tempi. Quella del 13 gennaio è la «fase di valutazione» e l’esecutivo Ue — spiega un portavoce della Commissione — non vuole «speculare» sulla possibile evoluzione. Le altre due fasi sono la «raccomandazione sullo Stato di diritto» da parte della Commissione, e la terza è la verifica dei progressi compiuti. Se il Paese non accoglie le modifiche chieste da Bruxelles parte la sanzione.
«C’è un dialogo intenso — ha proseguito il portavoce — con i partner polacchi». Più diretto è stato il commissario all’Economia digitale, iltedesco Günther Oet tinger, che ieri in un’ intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung ha anticipato che proporrà alla Commissione Ue di mettere la Polonia «sotto sorveglianza» dopo la nuova legge approvata a fine anno che dà al governo il controllo delle stazioni radiotelevisive pubbliche: «Adesso attiviamo il meccanismo costituzionale – ha detto - e mettiamo Varsavia sotto sorveglianza».
E’ da settimane che la Commissione Ue monitora la situazione. Il vice presidente con la
Attiviamo il meccanismo costituzionale e mettiamo Varsavia sotto sorveglianza Günther Oettinger Commissario Economia digitale Ue
delega allo Stato di diritto e alla carta dei diritti fondamentali, l’olandese Frans Timmermans, ha inviato «due lettere al governo polacco — ha spiegato il portavoce dell’esecutivo Ue — in cui ha chiesto informazioni sulle modifiche legislative relative alla Corte costituzionale e alle emittenti pubbliche».
Una prima lettera è stata inviata il 23 dicembre scorso alla vigilia dell’approvazione della riforma della Corte costituzionale. Vi si chiedeva di rimandarne il via libera. La seconda risale al 30 dicembre, quando il Parlamento polacco ha licenziato la riforma dell’informazione: i manager in carica sono azzerati e sostituiti da nuovi vertici scelti dal governo ed è stato limitato il numero dei consiglieri di sorveglianza.
L’esecutivo Ue è in contatto con la Commissione Venezia del Consiglio d’Europa, l’organo consultivo formato da costituzionalisti che fornisce consulenza giuridica agli Stati membri. Ma di cui al momento Varsavia non sembra volersi servire.