Da Cuba al Papa, un 2016 di viaggi per Obama globetrotter
Due viaggi in Asia, due in Europa almeno uno in America Latina già nel calendario 2016 della Casa Bianca, ma altri se ne aggiungeranno perché Barack Obama vuole andare a marzo a Cuba e poi in Colombia quando, il 27 marzo, verrà firmata la pace tra il presidente Manuel Santos e i guerriglieri delle Farc, mentre Dilma Rousseff, presidente del Brasile, preme per una visita del leader americano a Rio de Janeiro ad agosto, durante le Olimpiadi.
I due vecchi Boeing 747, ribattezzati «Air Force One», quest’anno faranno gli straordinari: gli storici della Casa Bianca sostengono che tutti i presidenti a fine mandato incrementano l’attività internazionale, semplicemente perché la loro capacità di incidere sulla politica interna è ridotta al lumicino. Comprensibile che il presidente democratico segua il copione, visto che il Congresso a guida repubblicana già da anni blocca tutte le sue mosse che richiedono il varo di provvedimenti legislativi.
Ma Obama in quest’ultimo anno viaggerà molto più dei suoi predecessori e non solo all’estero: quando non sarà in Cina per il G 20 di settembre o in Giappone per il G 7 di maggio o, ancora, in Germania per una fiera industriale e per incontri con la Merkel o al vertice Nato in Polonia, il presidente Usa attraverserà in lungo e in largo gli Stati Uniti per sostenere il candidato democratico alle presidenziali e raccogliere fondi elettorali.
Il presidente ha passato gli ultimi due anni a costruire l’eredità di politica estera che lascerà all’America, ma la sua costruzione è incompleta. Se sull’ambiente ha già incassato l’accordo di Parigi, il patto con l’Iran sul nucleare deve ora essere attuato e anche il Tpp, il Trattato commerciale Trans-Pacifico, è in attesa di ratifica da parte del Congresso. Obama spera che le missioni in Asia e il vertice con gli alleati Asean a febbraio negli Stati Uniti, facciano cadere gli ultimi dubbi del
Agenda In scadenza di mandato volerà più dei suoi predecessori. Allo studio: una storica tappa all’Avana e un nuovo incontro con Francesco
Ultimo Il 2016, ultimo anno di Obama presidente Parlamento Usa.
Subito dopo il presidente spera di poter celebrare un altro suo successo, la ripresa delle relazioni con Cuba, con un viaggio all’Avana, anche se il Congresso tiene ancora in piedi l’embargo contro il regime castrista. Un viaggio che Obama vuole fortemente, ma che non è stato ancora deciso: ci andrà solo se la missione favorirà l’apertura di Cuba sul terreno dei diritti umani e delle libertà economiche e politiche, a partire dall’accesso a Internet.
Grande attenzione di Barack nei confronti dell’Europa per motivi politici internazionali (serrare i ranghi con gli alleati contro l’Isis, ma pure contro la strategia aggressiva di Putin che considera la Nato il vero nemico della Russia) ma anche per esigenze di politica interna: confrontando gli Usa con le economie europee, Obama potrà mostrare agli elettori del suo Paese che l’economia americana è quella più in forma. Mentre il suo presidente, bistrattato in casa, all’estero è ancora stimato.
Attorno alle missioni ufficiali, poi, spunteranno altre tappe: Obama vuole andare in Vietnam e Laos, vorrebbe tornare in Medio Oriente e medita un nuovo incontro con il Papa nell’Anno Santo.