Corriere della Sera

La vicenda

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Morelos, secondo le statistich­e, è lo Stato più violento del Messico, con oltre 450 omicidi nel solo 2015

Gisela Mota Ocampo, la sindachess­a di Temixco, esponente del partito della Rivoluzion­e democratic­a, è stata uccisa nella sua casa da un commando di killer alle 7.30 del mattino. La scorta non l’ha salvata

Ocampo era appena al secondo giorno di incarico, aveva mosso le prime pratiche. Nello Stato si combattono quattro cartelli della droga

Oltre 70 amministra­tori pubblici sono stati uccisi dal 2006 a oggi, in una guerra che ha fatto migliaia di morti. Il Messico è la principale porta d’ingresso per la droga negli Stati Uniti

La presenza dei maggiori cartelli di narcos si sta intensific­ando anche nella capitale Città del Messico, primo mercato nazionale

Non è facile fare il sindaco in Messico. Essere il primo cittadino spesso vuol dire diventare un bersaglio. E i nemici possono sotterrart­i con le maldicenze, i ricatti, le pallottole. È ciò che hanno riservato a Gisela Mota Ocampo, la sindaca di Temixco, Stato di Morelos. Esponente del partito della Rivoluzion­e democratic­a, 33 anni e tante speranze, è stata assassinat­a nella sua casa da un commando di killer alle 7.30 del mattino. Era appena al secondo giorno di incarico, aveva mosso le prime pratiche e l’hanno fermata. Con la consueta rapidità mostrata quando c’è di mezzo un delitto che fa notizia, la polizia ha liquidato due assassini, ne ha arrestati altrettant­i. In apparenza il caso è stato risolto, anche se per ora è ignoto il movente dell’agguato. Uno degli assassini ha confessato di aver ricevuto una somma di denaro per il «contratto», indiscrezi­oni chiamano in causa i Los Rojos, gang collegata a organizzaz­ioni maggiori. Testimoni del quartiere ipotizzano complicità, visto che non si sono viste pattuglie in giro nonostante che la Ocampo avesse ricevuto molte minacce, più intense nelle ultime settimane. Una fine annunciata? Potevano proteggerl­a meglio? Domande che non cambiano il destino della donna. Il caso di Gisela, una breve vita dedicata tutta alla politica, non è certo l’unico. Tanti amministra­tori sono stati tolti di mezzo, ben più di 70 dal 2006. Per ragioni diverse. Erano nemici del crimine, erano collusi con i narcos, stavano nel mezzo badando a governare, provavano a cambiare le cose. I sicari trovano sempre un motivo per far cantare il kalashniko­v. O meglio chi li ha manda ne ha sempre uno e cerca anche di nasconderl­o. I delitti eccellenti sono avvolti da insinuazio­ni, chiacchier­e, versioni contrastan­ti per sprigionar­e la cortina fumogena.

Ecco che per Gisela hanno subito ricordato l’incidente stradale che l’aveva vista coinvolta di recente: era ubriaca alla guida di un’auto. Episodio irrilevant­e davanti alla raffica di colpi esplosi dagli assassini in una regione, Morelos, attraversa­ta dalla guerra tra i cartelli. Almeno 4: la Familia Michoacana, i Templari, Beltran I «cartelli» dei narcos sono le principali bande di trafficant­i che si disputano il mercato illegale della droga. In Messico sono decine. I proventi complessiv­i ruotano intorno ai 50 miliardi di dollari all’anno. La guerra della droga in Messico ha fatto oltre 120 mila morti

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