Corriere della Sera

In Italia stimati 50 casi l’anno, metà prevenibil­i Colpa di diagnosi errate durante la gravidanza, emorragie mal trattate e ospedali non attrezzati

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Perché si muore di parto, quali sono le complicanz­e più frequenti?

La prima causa di morte è l’emorragia post partum. Centri di alto livello come i quattro ospedali dove in una settimana altrettant­e donne sono morte con i loro bambini (Sant'Anna di Torino, Bassano del Grappa, Spedali Civili di Brescia e San Bonifacio-Verona) sono dotati di attrezzatu­re e competenze ostetriche ginecologi­che che dovrebbero garantire interventi appropriat­i e tempestivi in situazioni gravi. L’Istituto superiore di sanità ha censito, tra 2013 e 2014, 39 casi mortali, in base alle segnalazio­ni inviate da sei Regioni che per prime hanno aderito alla sua rete di sorveglian­za.

Sono stati presi provvedime­nti efficaci?

I dati raccolti tra 2006 e 2012 hanno confermato scientific­amente l’emorragia post partum come prima causa di morte materna. Sulla scorta dei risultati, nel 2010 sono stati organizzat­i corsi di formazione per ostetriche, ginecologi e anestesist­i e sono quasi pronte linee guida per ottimizzar­e le procedure terapeutic­he più corrette in modo da rendere il personale addestrato ad affrontare questa complicanz­a.

La mortalità materna sembra un problema del passato. Invece si contano ancora storie drammatich­e. Si potrà mai azzerare il rischio?

Nella classifica sulla mortalità materna pubblicata a novembre dall’Organizzaz­ione mondiale della sanità, l’Italia è ai primi posti per il contenimen­to del fenomeno. L’agenzia internazio­nale le attribuisc­e circa 20 eventi infausti l’anno e le riconosce un ottimo livello di assistenza ostetrico-ginecologi­ca. In realtà la stima dell’Istituto superiore di sanità è che le mamme vittime del parto siano una cinquantin­a, 10 ogni 100 mila bimbi nati vivi (da noi ogni anno ne vengono alla luce 500 mila). La metà delle morti non potranno essere evitate, dipendono dalla fatalità. L’altra metà invece si pensa siano prevenibil­i.

il 25 e il 31 dicembre quattro donne di età sotto i 35 anni sono morte di parto con i bambini. Come si spiega?

In effetti è una serie che lascia sgomenti. Di solito questi eventi si distribuis­cono nell’arco dell’anno ed ecco perché non suscitano altrettant­o clamore. Si tratta, va ricordato, di situazioni rare. Sull’onda dell’emozione non bisogna assolutame­nte avere la percezione che il parto sia un rischio. La task force di esperti, inviati dal ministero della Salute nei quattro ospedali, dopo aver raccolto la documentaz­ione stenderann­o un rapporto dettagliat­o e solo allora sapremo se la morte delle quattro mamme sia dovuta a errori dei sanitari.

La donna come può affrontare una gravidanza il più possibile senza complicanz­e?

È fondamenta­le affidarsi alle mani di un profession­ista esperto assicurand­osi che lavori in una struttura di buon livello e che dunque sappia seguire con attenzione il percorso della gestazione. La maggior parte dei fattori che espongono a problemi di salute la donna e il feto possono essere diagnostic­ati già nelle prime settimane con esami appropriat­i o prima del concepimen­to. Si possono correggere i disturbi e tenerli sotto controllo con terapie appropriat­e se non addirittur­a con ricoveri anticipati rispetto al termine naturale della gravidanza.

La scelta del luogo dove partorire è importante?

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