Il fascino irresistibile dell’arte gratuita
Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che è gratis. Così modificato, il più retorico ritornello dell’estetica si adatta all’iniziativa #domenicalmuseo, ovvero l’apertura gratuita dei luoghi della cultura introdotta dalla riforma Franceschini, che prevede l’ingresso libero la prima domenica di ogni mese. Anche ieri, infatti, ci sono state code per l’iniziativa nonostante fosse la «prima» con ingresso filtrato da metal detector e ispezioni in borsetta. Ben 25.308 visitatori sono entrati al Colosseo, 8.775 alla Reggia di Caserta, 6.945 agli Uffizi, 6.765 al Polo Reale di Torino e 4.027 a Brera. A Pompei (parziale) più di novemila. Dati ai quali si deve aggiungere l’attenzione per il Museo nazionale dell’Aquila, riaperto prima di Natale e visitato durante le festività gratuitamente da 6 mila persone. I soli musei civici di Milano (alcuni comuni si sono aggiunti all’iniziativa statale) hanno raggiunto quota 20 mila.
«Il nuovo anno — ha dichiarato il ministro Dario Franceschini — si apre con un grande successo per i musei. Le domeniche gratuite proseguiranno anche nel 2016 e sono molti i comuni che hanno confermato l’adesione dei propri musei civici».
Il gratuito, si sa, vince su tutto: sull’attesa, sulla folla che non riesci nemmeno a vedere e pure sul body scanner. L’ideale sarebbero musei gratuiti sempre aperti: alla mattina per le scuole, di pomeriggio per i pensionati (ma è stata tolta la gratuità nei giorni feriali per gli over 65), alla sera per i lavoratori e di notte per Vittorio Sgarbi. Ma è possibile?
A New York, l’ingresso ai musei statali è a offerta libera (20 dollari il prezzo consigliato). Il British Museum non ha la biglietteria, ma un grande contenitore per le offerte. In Russia ci sono tariffe diverse per cittadini (notevolmente inferiori) e turisti. Questo vale per i grandi musei, mentre per visitare altre collezioni (spesso private) il costo è assai più salato che in Italia.
Ma il nostro Paese è un museo diffuso: circa 4 mila sono i siti statali e nei centri storici degli 8.046 comuni italiani a ogni passo hai una chiesa o un luogo visitabile. Sono 49 i siti italiani riconosciuti come «patrimonio dell’umanità» dall’Unesco, le aree di pregio sottoposte a vincolo coprono metà territorio (46,9%) e i beni censiti dal Ministero superano i centomila. Stanziamo, in compenso, intorno allo 0,3% del Pil, facciamo politiche di contenimento delle assunzioni (i dipendenti del ministero dovrebbero scendere da 25.175 a 19.050) e ci strappiamo le vesti quando i turisti trovano chiuso il Colosseo per assemblea (anche se il comparto è assai sindacalizzato).
Con la legge di Stabilità le risorse dovrebbero crescere (si annuncia un +27%, bilancio Mibact). La politica del ministero è quella di rendere più autonomi i maggiori musei con l’introduzione di managerialità. Il ministero ha varato strumenti come l’Art bonus, si sta dotando di nuovi fondi e otterrà di 28 milioni per Matera Capitale della cultura. Forse, più dei concorsi straordinari servirebbe una migliore definizione dell’intervento dei privati e del volontariato. Tuttavia, i cittadini devono pensare che la vera e bella cultura si mantiene solo con l’impegno di tutta la comunità.