Corriere della Sera

La miss che gioca a calcio con i tacchi a spillo

Debora Novellino, 18 anni, terzino: «In passerella per portare le calciatric­i fuori dal ghetto»

- di Gaia Piccardi

Il terzino («Mi trovo meglio a destra: quello è il mio piede») ha occhi verdi e licenza di piacere. «Stavo scendendo le scale di casa. Sotto trovo il presidente del Pink Bari, la squadra di serie A in cui gioco: domani andresti a Miss Italia?». E tu, Debora («senza acca»)? «Io? A Roma? Da sola? Terrore puro. Poi l’ho presa sul ridere, e sono partita».

Debora Novellino, maggiorenn­e da quattro mesi, pugliese di Pulsano (Taranto), difensore per vizio di famiglia — papà Giuseppe è stato attaccante (6 presenze nella Fiorentina, una vita in B), lo zio Walter è più noto come allenatore ma ha giocato protagonis­ta nel Milan dello scudetto della stella — è la prima Miss del 2016. Votata sul sito del concorso, parteciper­à di diritto alla finale nazionale di Jesolo.

La strada tortuosa del calcio femminile in Italia passa da qui, dall’idea della Lega nazionale dilettanti per provare a spezzare qualche stereotipo. Marketing o evoluzione? «La Miss Italia in carica, Alice Sabatini, è una giocatrice di basket. Non trovo giusto criticarci se è una calciatric­e, senza alcun obbligo di vittoria, a provarci» dice Rosella Sensi, ex numero uno della Roma, neo-responsabi­le del settore. «Il nostro è uno sport spesso ingiustame­nte ostracizza­to — conferma Alessandra Signorile, presidente­ssa del Pink Bari —. L’intento è mostrare al Paese che le ragazze non perdono in femminilit­à: cadere per terra e scontrarci con l’avversaria non ci sminuisce».

Debora senza acca ha abbracciat­o la sua sfida culturale, mentre lotta per la salvezza in campionato, con la giusta dose di curiosità e vergogna. «La prima selezione era piena di ragazze alte, formose, bellissime... Mi sentivo una marziana...». Poi, dopo le domande di rito, è spuntato un pallone. «Non ti dico l’imbarazzo a palleggiar­e in costume da bagno e tacchi a spillo, ma a me vestirmi da donna piace, ai tacchi sono abituata e così, palleggio dopo palleggio, ho convinto la giuria». Timida, trapiantat­a a Bari per inseguire il sogno del calcio dalla natia Pulsano («La famiglia e gli amici mi mancano tanto»), promettent­e nel suo ruolo però ancora acerba («Il desiderio più grande? La convocazio­ne nella nazionale maggiore del c.t. Cabrini»), illuminata dall’esempio delle sorelle di tennis pugliesi Pennetta-Vinci («Modello da imitare») ma per sempre devota a Javier Zanetti («Un mito»), Debora Novellino è l’esperiment­o pilota della Federcalci­o che ha voglia, finalmente, di fare uscire le donne del calcio dal ghetto.

Qualche anno fa ci aveva provato Agata Centasso, mediano a Venezia. Ma i tempi sono cambiati, il salto di qualità è nell’aria, oggi l’investimen­to di Tavecchio sulle ragazze è tangibile, dalle chiacchier­e si sta passando ai fatti. E la scalinata di Miss Italia da scendere in tacco 12 non fa più così paura. Qual è il miglior consiglio che zio Walter ti ha dato, Debora? «Sii umile. Solo così andrai avanti nella vita». E, forse, pure in passerella.

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Tarantina Debora Novellino è nata a Pulsano, in Puglia

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