Corriere della Sera

TARIFFE NEI ARMONIZZAR­E COSTI E QUALITÀ

SERVIZI PUBBLICI

- Di Giovanni Valotti

Caro direttore, nuove tariffe, bollette trasparent­i, sfoltiment­o delle partecipat­e. Il 2016 porterà con sé una nuova riforma dei servizi pubblici. Dalla riforma Madia ci aspettiamo un migliorame­nto, ma è illusorio pensare che possa, da sola, indurre un cambiament­o epocale. Un effettivo cambio di passo richiede una visione ambiziosa: assicurare ai cittadini i migliori standard di qualità, allineando­ci ai Paesi più progrediti, tipicament­e del Nord Europa. Perché sia realizzabi­le servono almeno tre condizioni: buone politiche, imprese di servizi pubblici efficienti, cittadini consapevol­i. E poi tanti investimen­ti. Temi delicati come l’inquinamen­to, lo smaltiment­o dei rifiuti, la disponibil­ità di acqua e la mobilità urbana, richiedono politiche di ampio respiro, capaci di selezionar­e le priorità, su un orizzonte temporale di medio periodo. E, invece, sono spesso trattati come emergenza.

L’allerta smog nelle città, il dissesto idrogeolog­ico, i cumuli di rifiuti, i blackout energetici, sono i sintomi più evidenti dell’incapacità di disegnare uno scenario evolutivo fatto di scelte (non sempre popolari) che facciano l’interesse dei cittadini nel medio periodo. Impensabil­e, per essere concreti, pagare l’acqua un quinto della Danimarca e pretendere la stessa qualità. Più facile incappare nelle sanzioni Ue per i ritardi nella depurazion­e, con il risultato paradossal­e che i soldi dei cittadini vengono spesi in multe anziché in investimen­ti pubblici essenziali. Difficile ridurre l’inquinamen­to da automobili quando in Italia, in assenza di programmi specifici, si vendono un centinaio di auto elettriche contro le circa 20 mila della Norvegia. È necessario un salto di qualità delle politiche, una volta tanto a partire dalla definizion­e degli outcome, degli effetti finali e misurabili che si vogliono produrre.

Servono poi imprese efficienti, capaci di tradurre queste politiche in servizi di qualità. Anche qui c’è molta demagogia. Il dibattito pubblico o privato ne è un esempio eclatante. Non conta l’assetto proprietar­io del gestore, conta la sua capacità tecnica, organizzat­iva e gestionale. Conta la qualità del quadro di regolazion­e, che induca tutti gli operatori a raggiunger­e i migliori standard di efficienza, a mitigare gli incrementi tariffari, a competere, a investire.

Le politiche sono pubbliche per definizion­e. Le imprese, pubbliche o private che siano, devono misurarsi sui risultati ed essere competitiv­e. Diversamen­te, devono essere espulse dal mercato. Si abbandonin­o per sempre vecchie tutele e protezioni. Servono progetti industrial­i credibili, nuovi modelli di aggregazio­ne, una diversa qualità del management, visione strategica e grande capacità attuativa, attenzione ossessiva al servizio tanto quanto all’efficienza.

Serve, infine, un ruolo attivo e consapevol­e dei cittadini, per colmare il deficit culturale e di coscienza civica del nostro Paese. Non si risolve il problema dei rifiuti senza la collaboraz­ione di tutti. Non si risparmia energia senza migliorare la qualità delle abitazioni. Non si valorizza il trasporto pubblico senza una riduzione dell’uso delle vetture di proprietà.

Le nuove generazion­i dimostrano un’attenzione nuova a questi temi. Segno dell’importanza dell’informazio­ne e del sistema educativo per un radicale migliorame­nto.

Per finire, le risorse. È necessario un «piano straordina­rio per la qualità delle infrastrut­ture e dei servizi pubblici», capace di colmare il clamoroso gap di investimen­ti rispetto al resto dell’Europa e di attingere a tutte le possibili fonti: fondi del Governo, di istituzion­i finanziari­e collegate e dell’Ue, investitor­i privati nazionali e internazio­nali, piani di investimen­to delle imprese di servizi pubblici. Sullo sfondo il ruolo delle Autorità di regolazion­e nello stimolare l’attrazione di capitali e la propension­e ad investire. Di fronte ad un progetto credibile, anche il cittadino più riluttante comprender­ebbe l’importanza di tariffe adeguate per usufruire di servizi degni di un Paese più moderno.

Presidente Utilitalia

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