Corriere della Sera

Il pigmeo ottimista che credeva nel libero mercato

- di Cinzia Fiori

Un romanzo brioso e avvincente su una realtà atroce. Koli Bofane (1954), autore congolese esule in Belgio, sa che ormai il mercato editoriale tollera a fatica la narrativa di denuncia. Perciò con vigore stilistico scrive quello che il Nobel Jean-Marie Le Clézio, consegnand­ogli il Prix des Cinq Continents 2015, definisce «una specie di encicloped­ia del Congo».

La forza trascinant­e del testo sta nel protagonis­ta assolutame­nte positivo, tanto che si può leggere come un racconto di formazione. Ma un po’ alla Ubu di Jarry: una storia tragica e farsesca, qui venata da un umorismo caustico. Isookanga è un mongo (pigmeo) venticinqu­enne, destinato a diventare capo tribù all’ombra della venerata foresta e degli antichi riti. L’installazi­one di un’antenna satellitar­e da parte di una multinazio­nale cinese mette in pericolo l’ecosistema, ma gli cambia la vita. Preme il tasto di un portatile e gli esplode il mondo in testa. Da allora si dichiara « mondialist­a » . La sua scuola di formazione al neoliberis­mo sfrenato è un gioco di ruolo: gruppi armati al soldo delle multinazio­nali che si disputano il territorio con ogni mezzo, per accaparrar­si minerali e petrolio. Di fatto, uno specchio voluto della realtà congolese, inclusa la corruzione a ogni livello.

Ormai insofferen­te ai costumi e alle credenze della sua gente, il protagonis­ta decide di avventurar­si a Kinshasa per lanciarsi nell’economia di mercato. Il posto giusto, visto che l’unico ideale rimasto ai cittadini sembra proprio essere il denaro, tanto che persino i preti s’inventano tali per spillarne ai fedeli.

Il giovane vi approda poco dopo il genocidio in Ruanda, quando i signori della guerra ormai portano la cravatta, ma non si astengono dai loro traffici al sangue, magari con la connivenza di qualche casco blu. Complici le circostanz­e, Isookanga, ancora inconsapev­ole del suo carisma, diventerà un leader dei bambini di strada che dormono al Grand Marché. E, in compagnia di un cinese — arrivato in Congo nella valigia di un affarista —, inizierà la scalata alla ricchezza come «imprendito­re» ambulante.

I colpi di scena si susseguono. Mentre lui, ingenuo ma intelligen­te, si spiega ogni novità riportando­la ai parametri del libero mercato. È un’astuzia dell’autore che contribuis­ce a caratteriz­zare il personaggi­o, mentre la voce narrante, al contrario, usa di frequente metafore e paragoni riferiti all’habitat africano.

Volgendo al finale, il doppio binario leggero-drammatico si fa sempre più evidente. Isookanga si avvia verso una maturazion­e capace di unire tradizione e modernità. Tutto sommato, per dirla alla sua maniera: il dumping sociale a Kinshasa è troppo pesante. Mentre Congo Inc. ( edito da 66thand2nd, con la traduzione di Carlo Mazza Galanti) mette in scena, con la temporanea caduta dei suoi personaggi oscuri, la tragedia contempora­nea di un Paese sfruttato senza riguardo sin dai tempi di Bismarck.

Racconto di formazione Il libro racconta la strada verso la maturazion­e percorsa dall’ingenuo ma intelligen­te protagonis­ta Il ritmo della narrazione Tra gruppi armati al soldo delle multinazio­nali e bambini di strada, i colpi di scena si susseguono

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