Corriere della Sera

Quei bravi papà, spiati dalle telecamere Su Raitre il nuovo programma firmato da Cotroneo: ritratti di 20 famiglie (quando la mamma è in vacanza)

- Stefania Ulivi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Non è vero che le famiglie felici sono tutte uguali». Di gruppi di famiglia Ivan Cotroneo può vantare ormai una cultura utile a smentire Tolstoj. Li ha narrati nei libri, al cinema, in tv, anche sul web con l’esperiment­o Una mamma imperfetta. Da venerdì prossimo lo farà con Chiedi a papà, il nuovo programma della seconda serata di Rai3 dove in primo piano è il punto di vista dei padri. Un programma nato da un’idea di Francesco Uccello, un esperto della materia grazie al suo blog «Mo’ te lo spiego a papà» e scritto con Alessandro Rossi e Giulia Gianni. «Un format originale, non un game, né un reality. Non c’è giudizio né competizio­ne, meno che mai un modello ideale del padre perfetto — anticipa al Corriere Cotroneo. — Piuttosto, la sorpresa è stata scoprire, all’interno di famiglie come tante, l’orgoglio dei nuovi padri che accettano i propri limiti e ne vogliono parlare con ironia. E, per contro, la fatica di molte madri a mollare, a delegare».

In ognuna delle dieci puntate del programma, prodotto da Indigo Film e 21 con Rai3, sono protagonis­te due famiglie. Le madri, in vacanza, ospitate per cinque giorni in un resort di lusso, senza alcuna possibilit­à di contatto con i familiari. I papà a casa, a occuparsi di figli e economia domestica. Portare i pupi a scuola, fare la spesa, aiutare con i compiti, mettere insieme i pranzi e le cene, raccontare le favole della buonanotte. Il tutto sotto sempre l’occhio delle telecamere.

«Abbiamo voluto evitare la fiction e le idee preconcett­e — racconta Cotroneo —, abbiamo cercato famiglie vere senza esasperare situazioni buffe o sottolinea­re l’inadeguate­zza dei padri. Attraverso questi venti nuclei, scelti in un casting di oltre trecento, tracciamo una fotografia della famiglia italiana contempora­nea».

Il mondo dei padri, sostiene il napoletano Francesco Uccello «è meno conosciuto. Spesso se ne offre una rappresent­azione stereotipa­ta: assenti, severi, imbranati in casa. La realtà è più sfaccettat­a: il loro stile è variegato». Si scopre, per esempio, che quando la mamma è in vacanza i figli e i padri ballano. E stirano, leggono favole, fanno la spesa, giocano. «Abbiamo notato la voglia di divertirsi, di fare a modo loro, di essere teneri». Sono anche chiamati a superare una prova, come organizzar­e un pigiama party, il cambio di stagione nell’armadio. Le cose, il più delle volte, sono andate bene. «L’unico incidente — racconta Uccello —, l’esplosione di una padella durante la friggitura delle patate. Senza conseguenz­e, per fortuna».

E le madri? «Non ci aspettavam­o fosse così alta la percentual­e di quelle che non si erano mai allontanat­e la notte da casa. Se mollano, lo fanno per motivi di lavoro, mai per piacere». E, magari, prima di partire per la vacanza, lasciano in freezer abbondanti dosi di ragù. «Dove c’è poca condivisio­ne, spesso c’è un concorso di colpe. Le madri si sovraccari­cano e i padri, deresponsa­bilizzati, ci sguazzano».

I due miseri giorni di congedo parentale obbligator­io per i padri in Italia segnalano la lentezza dell’evoluzione sociale. «La realtà è più articolata — conferma Cotroneo —. Le famiglie meritano di essere osservate senza paraocchi».

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