Le pallavoliste aprono la caccia azzurra ai Giochi Pre-olimpico in Turchia, il c.t. Bonitta: «Imitiamo i maschi». Pallanuoto e basket preparano le loro sfide
Marco Orsi, detto il Bomber, 25 anni, emiliano di Budrio, è velocista nel midollo e con forza, volontà e un sorriso sempre acceso sta realizzando l’obiettivo di una vita: diventare il nuovo Filippo Magnini. «Da piccolo sognavo di batterlo. Nel tempo ce l’ho fatta, ma lui resta il vero e unico capitano».
Lei è il suo degno erede. Le 5 medaglie agli ultimi Europei in vasca corta lo dimostrano.
«Lo spero. L’oro nei 100 è stato eccezionale. Ho pensato: “Se è un sogno non svegliatemi”».
Il Bomber infatti nasce cinquantista.
«Già. Una vasca, un solo respiro, tutto in 20’’. Ma da un po’ lavoro sulla resistenza alla velocità, voglio diventare completo».
Come si allena?
«In acqua ogni giorno, doppia seduta due volte la settimana, poi due o tre sedute in palestra a seconda di come mi sento, senza assilli. Al massimo faccio 4km ma impiego 2h e mezzo perché con il mio tecnico Roberto Odaldi facciamo tante pause, guardiamo video, riflettiamo sui dettagli. Per noi velocisti dietro un centesimo di miglioramento c’è un lavoro di mesi».
In questo è l’opposto di Gregorio Paltrinieri.
«Vero. Lui fa 9/10 km in due
Poi agli Europei in vasca corta ha vinto 5 medaglie (3 ori e 2 argenti) Nel 2014 ai Mondiali in vasca corta aveva ottenuto l’argento e il primato italiano nei 50 sl con il tempo di 20”69
«Il rischio c’è. Ma so allentare la presa, magari uscendo la sera a volte».
Ha detto che il suo difetto è l’istintività.
«È così. Perciò dal 2012 lavoro con uno psicologo: mi ha insegnato a non innervosirmi, non farmi distrarre dagli avversari, isolarmi: un’ora prima della gara divento un automa e nulla più mi turba».
Funziona?
«Eccome. Il trucco è capire che non vai dallo psicologo perché sei debole, ma perché
Immaginate una sola, grande Italia. Una «nave madre», non aliena ma formata dalle nazionali che ancora non sono qualificate per i Giochi di Rio. La nave salpa subito e il primo appello è per l’Azzurra del volley femminile: da oggi ad Ankara (in realtà l’esordio delle nostre sarà domani, contro la Russia campione d’Europa) inseguirà la difficile promozione diretta e, in subordine, il binario per approdare almeno al torneo intercontinentale che in tarda primavera distribuirà gli ultimi quattro biglietti per il Sud America, già sapendo che uno spetterà alla migliore delle asiatiche. Marco Bonitta, c.t. costretto a trovare un punto di equilibrio tra un gruppo di veterane e uno di volti nuovi, nel segno di un ricambio generazionale
«È così. Sono vintage come certi giubbotti di pelle. I miei valori sono tradizionali: lavoro, onestà, sincerità. E il merito è Dopo il flop Il flop a Londra è stato un rito di purificazione per tutti. Il nuoto non è uno sport individuale...
Ok Infortunio risolto, Chirichella gioca
«Ho un diploma di istituto tecnico, quando smetterò non escludo di iscrivermi all’Università, ma ora è dura: rischierei di fare tutto male. Come allenatore invece non mi vedo».
Sul suo profilo Facebook c’è una foto del Bomberino bambino con una cuffia rossa. Che sogni aveva all’epoca?
«Ero un piccolo tortellino, non avevo grandi obiettivi ma una grande panza. Il nuoto era gioco e divertimento. E a dire il vero, panza a parte, è rimasto tutto come allora. Per fortuna». «che non cade in un momento ideale, ma che è inevitabile e che va accolto con piglio costruttivo», ce la farete? «Sentiamo l’urgenza di dimostrare che valiamo più del settimo posto dell’Europeo: lo spirito di rivalsa ci spinge. Così come ci stimola la qualificazione già strappata dai maschi: stavolta tocca alle ragazze imparare da loro».
Guardando anche ai giardini della pallanuoto, che dal 10 al 23 gennaio manderà in vasca il Settebello e il Setterosa all’Europeo di Belgrado, e al basket maschile, che ha in agenda il pre-olimpico dal 5 all’11 luglio (forse a Torino), viene da dire che la missione del volley rosa è la più tosta. Il Settebello può infatti approfittare della qualificazione già ottenuta da Serbia, Croazia e Grecia e il Setterosa, pur in un cammino non facile, pare avere qualche ostacolo in meno delle colleghe della rete. E il basket? Terzo posto in ordine di difficoltà in una lista breve di nazionali, dal momento che il calcio, il rugby a sette e men che meno la pallamano andranno a Rio.
Ma per ora, riflettori sotto rete: l’Italia recupera Cristina Chirichella e, badando di non fare fesserie contro Belgio e Polonia, guarda già alla semifinale, che la opporrà verosimilmente o alla Turchia o all’Olanda. La prima gioca in casa, la seconda è la squadra che all’Europeo ci ha tolto dalle medaglie: fate voi...