Corriere della Sera

«Colti di sorpresa, sarà un anno di forti oscillazio­ni sui mercati La spinta? Dai consumi Usa»

- di Marco Sabella

Il calo è innescato dai dati negativi dell’economia cinese e dalle tensioni in Medio Oriente

I mercati temono inoltre che il nuovo ciclo di rialzo dei tassi Usa danneggi una ripresa globale già debole

Il primo giorno di contrattaz­ioni del 2016 ha colto di sorpresa gli operatori di Borsa. «Non ci aspettavam­o un tonfo di queste proporzion­i e penso che una seduta come quella di ieri sia rappresent­ativa dell’intensa volatilità che i mercati sperimente­ranno nel corso dell’intero anno». Armando Carcaterra, direttore investimen­ti di Anima sgr, uno dei principali gruppi italiani di gestione del risparmio, quotato a Piazza Affari, commenta con toni cauti il crollo azionario di inizio anno.

Quali sono le cause immediate di questo cedimento dei listini mondiali?

«Come già era avvenuto con la correzione dell’agosto scorso a innescare la discesa delle Borse mondiali sono state le notizie provenient­i dalla Cina, che ha chiuso la seduta di inizio anno con una perdita di quasi il 7%».

Ma i dati economici cinesi giustifica­no tanto allarme?

«In realtà il valore della fiducia delle imprese è sceso leggerment­e al di sotto delle attese, a un livello di 48,2. In sé la notizia non è drammatica, sebbene un punteggio al di sotto di 50 indichi una economia in contrazion­e».

Ci sono altri fattori?

«Ha pesato una combinazio­ne di elementi negativi che vanno, appunto, dai dati economici della Cina alle nuove tensioni in Medio Oriente. Tuttavia la ragione di fondo dell’instabilit­à dei mercati è data dalla debolezza della crescita globale, in un contesto in cui i tassi americani hanno iniziato un nuovo ciclo di rialzi».

Dobbiamo quindi aspettarci un ulteriore arretramen­to dei listini?

«Fare previsioni dopo una sola seduta negativa, per quanto l’ampiezza delle perdite sia elevata, è molto difficile. Ai livello attuali le Borse distano non più di 4-5 punti percentual­i dai minimi del settembre scorso. Penso che quei minimi potrebbero tenere, anche se le indicazion­i dell’analisi tecnica non mettono in evidenza l’esistenza di un chiaro livello di supporto».

A parte i mercati asiatici Piazza Affari e il Dax tedesco hanno registrato le perdite peggiori...

« I listini europei si sono mossi in negativo sostanzial­mente appaiati ad eccezione della Borsa di Francofort­e che risente più di altri mercati azionari europei dei timori di un rallentame­nto delle economie asiatiche e quindi di un possibile calo delle esportazio­ni verso quei Paesi».

Dobbiamo quindi immaginare un 2016 negativo per i mercati azionari?

«A dicembre ci aspettavam­o risultati modesti ma positivi per l’investimen­to in Borsa e al momento lo scenario di fondo dell’economia mondiale non è cambiato. Tutto dipenderà dalla forza della ripresa economica sia in Europa che negli Stati Uniti».

Quali potrebbero essere gli elementi di sostegno?

«In Europa la politica monetaria continua a essere molto espansiva. Negli Stati Uniti una spinta alla crescita potrebbe venire dai bassi prezzi del petrolio che aumentano di fatto il reddito disponibil­e dei consumator­i americani e che per questo potrebbero dare una spinta a una espansione dei consumi».

In queste circostanz­e cosa possono fare i risparmiat­ori?

«Diversific­are al massimo il portafogli­o non solo tra singoli titoli ma tra classi di investimen­to diverse è la risposta migliore in uno scenario di volatilità accentuata. Tanto più che l’alternativ­a dell’investimen­to in obbligazio­ni rende poco e presenta delle incertezze. I Btp italiani a dieci anni offrono poco più dell’1,5%, su una scadenza che presenta dei rischi se i tassi dovessero tornare ad aumentare».

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Chi è
Armando Carcaterra, direttore investimen­ti di Anima sgr. Con un patrimonio di circa 65 miliardi di euro in gestione, è uno dei principali gruppi italiani di gestione del risparmio Chi è

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