Pensioni, alle donne 6 mila euro in meno Il rapporto Inps: il 50% degli assegni non supera i 1.045 euro mensili. Invalidità al Sud, il record del 6%
In Italia vivono 16,3 milioni di pensionati (134 mila in meno rispetto al 2013), il 52,9% sono donne e percepiscono in media trattamenti di circa 6 mila euro inferiori a quelli degli uomini. La fotografia delle loro condizioni di vita arriva dall’Istat che lancia l’allarme sul rischio di povertà per il 31% delle famiglie nelle quali il reddito del pensionato deve sostenere anche il peso di altri componenti adulti, che sono disoccupati e quindi non guadagnano. E situazioni altrettanto borderline sono vissute anche tra i pensionati che vivono soli (22,3%) o con i figli come genitori soli (17,2%).
In base allo studio compiuto dall’Istat, si stima che l’importo lordo annuo medio sia di 17 mila e 40 euro (circa 400 euro in più rispetto al 2013). Il reddito medio netto ammonta a 13 mila 647 euro e la quota netta mediamente a circa 1.140 euro mensili. La metà dei pensionati, però, percepisce meno di 12 mila 532 euro netti l’anno, pari a circa 1.045 euro al mese.
Secondo l’istituto, se il pensionato possiede un titolo di studio pari alla laurea, il suo reddito lordo (circa 2.490 euro mensili) è più che doppio di quello delle persone senza titolo di studio o, nel migliore dei casi, con la licenza elementare (1.130 euro). Le famiglie con pensionati sono stimate la quota delle donne sul totale dei pensionati. La differenza di reddito pensionistico lordo percepito dalle donne rispetto agli uomini è di 6.000 euro in 12 milioni e 400 mila: per quasi i due terzi di queste (63,2%) i trasferimenti pensionistici rappresentano oltre il 75% del reddito familiare disponibile. Ma stanno peggio quei nuclei, e sono il 26,5% del totale, nei quali la pensione risulta essere l’unica fonte di reddito. Inoltre la stima del reddito netto medio di tali famiglie è di 28 mila 480 euro, circa 2 mila euro inferiore a quello delle famiglie senza pensionati (pari a 30.400 euro). euro lordi Il reddito lordo medio di un pensionato laureato, più del doppio rispetto alle persone senza titolo di studio o con la licenza elementare (1.130 euro)
Nel 2013, tra i beneficiari, le pensioni di vecchiaia e anzianità rappresentano la fonte principale di reddito (in media il 64% del loro reddito complessivo), seguite dai redditi da lavoro (16%). Tra le pensionate, invece, è decisamente importante l’apporto reddituale delle pensioni di reversibilità (27,6%) e quello delle assistenziali è più elevato rispetto agli uomini (9,5%).
Sul mondo pensionistico incidono anche fattori geografici: tra i residenti la quota di famiglie con pensionati dove l’assegno previdenziale è l’unica fonte di reddito. La stima del reddito medio è di circa 28.400 euro l’anno nel Mezzogiorno è superiore alla media il contributo delle pensioni di reversibilità (14,1% contro 12,1 del Nord), d’invalidità (6,6% contro 2,5) e delle assistenziali (13,4% contro 4,1). Più raro è invece il cumulo di redditi da lavoro con redditi pensionistici: tale combinazione rappresenta circa il 9,7% del reddito complessivo, contro il 13 del Centro e il 14,6 del Nord.
Le pensioni, secondo l’Istat, sono usate anche come ammortizzatore sociale perché molto spesso il reddito pensionistico può mettere al riparo da situazioni di grande disagio economico. Lo dimostra il fatto che nelle famiglie con pensionati il rischio di povertà nel 2013 è stimato essere più basso di quello delle altre famiglie (16% contro 22,1).