Corriere della Sera

Unioni civili, l’adozione divide il Pd I renziani: meglio l’affido rafforzato

Emendament­o in Senato. E si frena sullo ius soli per evitare strappi con i centristi

- Dino Martirano

Un’altra frenata sullo ius soli temperato — la legge sulla cittadinan­za, impantanat­a al Senato da ottobre — sarebbe la «contropart­ita» offerta dal Pd ai centristi di Alfano per evitare strappi nella maggioranz­a su due fronti molto più importanti per Renzi. La priorità, per il presidente del Consiglio, sono le unioni civili: il cosiddetto testo Cirinnà, in calendario il 26 gennaio al Senato, ora accompagna­to da un emendament­o dei renziani, laici e e cattolici, che introduce l’affido rafforzato al posto della stepchild adoption. Ma sullo sfondo, per Renzi, c’è soprattutt­o il passaggio definitivo della riforma costituzio­nale che presto anche al Senato necessiter­à della maggioranz­a assoluta (almeno 161 voti).

Per Renzi, dunque, la «marcia trionfale» della riforma del bicamerali­smo paritario, arrivata a un passo dal traguardo del referendum previsto a ottobre 2016, non ammette incidenti di percorso. E infatti, è il timore dello stato maggiore del Pd, ora sarebbe rischioso forzare la mano anche sulla cittadinan­za prima di incassare al Senato la partita chiave della legislatur­a.

Per questo, il calendario del Senato subirebbe presto una correzione: prima si votano le unioni civili, seppur temperate, e poi si creano le condizioni per il «sorpasso» della riforma costituzio­nale Renzi-Boschi sullo ius soli. Così, per rendere ad Alfano in parte digeribile l’amaro calice delle unioni civili, i renziani della prima ora guidati da Rosa Maria Di Giorgi stanno per presentare un emendament­o che introduce l’affido rafforzato al posto della stepchild adoption: «Auspico che si possa arrivare ad un accordo nel Pd ma sia chiaro — scandisce la combattiva senatrice Di Giorgi — che sull’articolo 5, come ha ribadito Renzi, ci sarà libertà di coscienza. Che nessuno invochi la disciplina di partito...». Un altro renziano doc, Andrea Marcucci, aggiunge: «Se ci sono ipotesi integralme­nte o parzialmen­te alternativ­e al ddl Cirinnà, anche dentro il Pd, si confrontin­o con i numeri dell’aula». Come dire che la partita tra i dem è aperta.

E così ora si intravvede anche il «sacrifico» temporaneo dello ius soli: «Sarebbe ben strano approvare in succession­e due leggi che mettono a rischio gli equilibri di governo... lo ius soli lo vedo piuttosto lontano», suggerisce l’alfaniano Giuseppe Torrisi. E lo stesso Alfano, ha detto a La Stampa: sullo ius soli «vedremo se nel passaggio al Senato c’è qualcosa da ritoccare». Gaetano Quagliarie­llo (Idea) dice che il premier «è passato dalla politica dei “due forni” a quella dei tre fornelli». Ma i grillini (riserva potenziale di voti per unioni civili e ius soli) e la minoranza dem («Nessun passo indietro sulle unioni civili», dice Roberto Speranza) non l’hanno presa bene.

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