Corriere della Sera

Sfida di Obama sulle armi «Limitarle è in mio potere non violo la Costituzio­ne»

A giorni le nuove norme per aggirare il Congresso

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

Le misure per rafforzare i controlli sulle armi, sono «sostanzial­mente» pronte. Lo annuncia il presidente Barack Obama convocando giornalist­i e telecamere nello Studio Ovale della Casa Bianca. È seduto accanto al ministro della Giustizia Loretta Lynch con cui ha iniziato l’esame dei provvedime­nti. I dettagli, dice il presidente, «saranno resi noti nei prossimi giorni». Ma quello che più gli preme ora è chiarire il punto di legittimit­à: «Le azioni legali che sto per intraprend­ere rientrano nelle mie prerogativ­e e sono assolutame­nte in linea con il secondo emendament­o della Costituzio­ne». La Carta fondamenta­le degli Stati Uniti consente ai cittadini di autodifend­ersi con le armi. Nello stesso tempo il presidente può adottare atti immediatam­ente esecutivi in caso di emergenza ( gli «Emergency Powers»). Sono queste le due prescrizio­ni costituzio­nali di cui tenere conto, con una coda di complicazi­oni tecnico-giuridiche. Obama, però, non sarà chiamato a rispondern­e da accademici o da sottili interpreti del diritto. Bensì da candidati repubblica­ni scatenati, pronti a far da portavoce alla lobby dei produttori e venditori di armi, la National Rifle Associatio­n.

Donald Trump fa sapere che qualunque sia il decreto adottato da Obama lui lo «abolirà» immediatam­ente appena eletto alla Casa Bianca. Poi, tanto per dare un’idea che la polemica non si svilupperà esattament­e sull’esegesi della Costituzio­ne, aggiunge: «Obama avrebbe dovuto negoziare con i repubblica­ni e i democratic­i. Invece non lo ha fatto. E sapete perché? Non ha voglia di lavorare. Ha fretta di tornare a giocare a golf».

Un altro pretendent­e alla nomination repubblica­na, Chris Christie, dice che Obama crede «di essere un re, anzi un dittatore».

Il tentativo di Obama può sembrare velleitari­o, destinato al fallimento. Anche perché il Congresso, dominato dai resmesso

«Le cose succedono? Senz’armi, no»

pubblicani, può trovare il modo per contrastar­e o vanificare le mosse del presidente.

Il leader della Casa Bianca, però, ha deciso di aggirare Camera dei Rappresent­anti e Senato e di rivolgersi direttamen­te all’opinione pubblica. Giovedì 7 gennaio si farà intervista­re solo su questo tema in uno speciale televisivo tra- dalla Cnn. Ieri Obama ha spiegato il senso politico della sua iniziativa: «Qui non si tratta di risolvere una volta per tutte il problema della violenza in questo Paese. Non stiamo neanche promettend­o di prevenire ogni attentato, ogni strage; di togliere le armi dalle mani di tutti i criminali. Ma se anche queste misure serviranno a salvare una sola vita, a prevenire un solo attentato, abbiamo il dovere di adottarle».

Nel concreto gli esperti di Loretta Lynch stanno lavorando su due aspetti. Primo: allargare la lista delle persone cui è

Se queste misure serviranno a salvare anche una sola vita, abbiamo il dovere di adottarle Tra i provvedime­nti Obbligare i venditori di armi a registrars­i e indurli a segnalare i clienti sospetti

vietato acquistare un’arma, inserendo anche i pregiudica­ti per crimini contro la persona. Secondo: obbligare i venditori di pistole e fucili a registrars­i, ottenendo una licenza federale e contribuir­e ai controlli, almeno segnalando i clienti sospetti alle autorità.

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