Il designer tedesco che ha cambiato l’Italia
Nel 2014 gli era stato assegnato l’ennesimo « Compasso d’oro » , quello alla carriera, l’undicesimo in totale, con una motivazione che ben riassumeva il percorso professionale e in qualche modo anche umano di Richard Sapper, scomparso lo scorso 31 dicembre a 83 anni (la notizia è stata comunicata dalla casa editrice Phaidon che ha in pubblicazione una monografia destinata a celebrare i suoi sessant’anni da designer): «Per aver unito il rigore tedesco e la genialità nel disegnare una moltitudine di prodotti straordinari e di grande successo in ambiti anche molto distanti tra loro».
Oggetti (dagli orologi alle posate per la tavola, dai condizionatori d’aria al macina pepe) o ancora meglio vere e proprie icone destinate a diventare parte integrante del nostro paesaggio quotidiano più o meno domestico: le lampade « Tizio » ( 1972) e « Aretusa » (1975) entrambe per Artemide; la caffettiera «9090» (1979) e il bollitore «9091» (1983) tutti e due per Alessi; le sedie della « Sapper Chair Collection » (1979) per Knoll; il sistema di mobili per ufficio «Dalle nove alle cinque» (1987) per Castelli; il computer «Think Pad 700 C» (1992) per IBM; la maniglia «Laser» (1999) per Olivari; la bicicletta «Zoombike» (2000) per Elettromontaggi.
Accanto a questi progetti firmati da solo, Sapper ha legato fortuna e fama anche alla incredibile e proficua collabora- I modelli A destra, la lampada «Tizio» che Richard Sapper disegnò per Artemide nel 1972: vinse il premio Compasso d’oro. Sopra, da sinistra, la Zoombike per Elettromontaggi (1998): una bici pieghevole per città. Accanto, la Radio cubo TS 502 Brionvega, disegnata con Marco Zanuso nel 1963. Poi, i televisori Doney per Brionvega, realizzati nel 1962 sempre con Zanuso, premio Compasso d’oro. Poi infine il bollitore 9091, disegnato nel 1983 per Alessi: l’elemento distintivo è il fischietto d’ottone, che produce una melodia (Sapper voleva evitare il solito rumore ansiogeno)
Chi era
Richard Sapper è scomparso lo scorso dicembre a 83 anni
Nella sua lunga attività di designer ha vinto dieci Compasso d’oro dal 1960 al 1998, più un undicesimo alla carriera, nel 2014 zione stabilita per più di 18 anni con un grande architetto come Marco Zanuso (1916-2001) da cui sono sbocciati (tra gli altri) la radio «TS 502» (1963) per Brionvega più noto come il «Cubo» (per lo stesso marchio avrebbe firmato anche i televisori « Doney » , « Algol » , « Black » e il registratore «Soundbook»); la sedia per bambini «K-1340» (1963) per Kartell; il telefono « Grillo » (1966) per Siemens. Al tempo stesso Sapper (che ha lasciato traccia del suo lavoro di design nelle bacheche dei musei di tutto il mondo, dal Victoria & Albert di Londra al Moma di New York) è stato idealmente tra le anime creative di Milano e del nostro Paese, tanto che nella motivazione del «Compasso d’oro alla carriera» era stato identificato come premiato «nazionale». Tra le sue collaborazioni eccellenti quella con Gae Aulenti (1927-2012) con cui nel 1972 aveva fondato un gruppo di lavoro per lo studio dei nuovi sistemi di trasporto (uno dei temi preferiti).
Dopo aver iniziato la carriera nel reparto styling della Mercedes-Benz, il giovane Richard si era trasferito a Milano nel 1958, lavorando prima nello studio di Gio Ponti (1891-1979) poi nell’ufficio design della Rinascente. Innovazione tecnica (specialmente nei materiali) e forme pure: il segreto dei suoi oggetti sta forse tutto racchiuso in questa incredibile combinazione (tra i suoi simboli più efficaci anche «La Cintura di Orione», una bellissima serie di coltelli da carne realizzati nel 2009 ancora una volta per Alessi). «I suoi oggetti hanno fatto capire quanto il buon design non debba essere riconoscibile solo per le sue belle linee ma anche per la sua intelligenza»: così lo ha voluto ricordare il direttore del Design museum di Londra Deyan Sudjic. Una definizione che sarebbe certo piaciuta a Sapper.