I dubbi in Rete sulla morte del mago del software libero
Diventa un giallo la morte del milionario californiano, Ian Murdock, trovato privo di vita lunedì 28 dicembre dopo essere stato arrestato durante il weekend post-natalizio. Gli elementi per tenere il caso aperto ci sono tutti: 1) c’è di mezzo la polizia californiana, finita nelle cronache più volte per i metodi violenti. Murdock era stato arrestato due volte in poche ore in quel weekend, l’ultima nella notte tra il 26 e il 27 dicembre con l’accusa di aver tentato di scassinare la porta di casa di un vicino. Era stato rilasciato domenica con 25 mila dollari di cauzione; 2) Era un personaggio influente nella sua comunità, quella dell’open source. Era noto per aver fondato una sorta di sistema operativo basato su Linux, Debian, un
Sul palco Ian Murdock aveva 42 anni nome che derivava dalla crasi tra Deborah, la sua ex moglie, e se stesso, Ian; 3) Ci sono di mezzo anche i social network: prima dell’apparente suicidio che ora qualcuno mette in discussione (in realtà la famiglia non ha fatto trapelare le informazioni sulla sua morte) lo stesso Murdock aveva postato la storia del suo arresto accusando la polizia di essere stata violenta con lui, nonostante fosse «bianco» e «milionario». E i suoi messaggi ora alimentano l’incertezza: in alcuni parlava di suicidio, in altri diceva di volere dedicare il resto della sua vita a combattere le violenze gratuite della polizia (secondo cui Murdock era ubriaco, uno stato che lo avrebbe portato a ferirsi «incidentalmente la testa»). Tante coincidenze o troppe contraddizioni.