«Perseguiremo tutte le strade contro il gruppo tedesco per affrontare le violazioni»
quasi 600 mila motori diesel per far sì che le loro emissioni rispettassero gli standard statunitensi. Meno noti, invece, sono i calcoli che portano alla possibile sanzione monstre — considerato che l’attacco alle Torri Gemelle ha causato danni stimati in circa 30 miliardi di dollari — per Volkswagen: in base al Clean Air Act, la normativa ambientale americana, all’azienda tedesca potrebbe essere infatti comminata una sanzione fino a 32.500 dollari per ognuno dei 499 mila veicoli diesel con motore 2 litri sui quali è stato installato il software truccato e fino a 37 mila dollari per gli 85 mila veicoli con motore a tre litri e software illegale.
Gli Stati Uniti sembrano decisi a proseguire lungo la via della maxi-sanzione: «Perseguiremo tutte le strade contro Volkswagen per affrontare le violazioni», ha sottolineato il Dipartimento di Giustizia. « L’azione è un importante passo per tutelare la salute pubblica cercando di rendere Volkswagen responsabile per l’inquinamento», ha dal suo canto evidenziato l’Epa, precisando che il confronto sui richiami con la casa automobilistica non si è tradotto in una strada perseguibile, ma continuerà in parallelo con l’azione legale». E il procuratore del distretto est del Michigan, Barbara McQuade, non è da meno: «La causa è il primo passo per portare Volkswagen davanti Il Dipartimento della Giustizia Usa ha avviato una causa civile presso il tribunale di Detroit contro Volkswagen alla giustizia per non aver reso noti i dispositivi difettosi mentre cercava di ottenere la certificazione dell’Epa. Questo si è tradotto in quasi 600 mila motori diesel che hanno inquinato più del dovuto, a danno della salute e ingannando i consumatori».
Davanti a tale irruenza a Volkswagen, almeno per ora, non resta che alzare le mani. La casa automobilistica guidata dal 25 settembre dall’amministratore delegato Matthias Müller ha assicurato in una nota che «continuerà a collaborare con le autorità americane», sottolineando che «sta lavorando con Kenneth Feinberg per mettere a punto il processo di gestione delle denunce». E Kenneth Feinberg altri non è che «l’architetto»