Corriere della Sera

Il cinema delle (due) donne

Dalle passioni proibite di «Carol» alle storie di solidariet­à femminile il grande schermo punta sulle coppie di dive pensando al box office

- Valerio Cappelli

«Non c’è niente di meno sexy di una regista donna, le donne spaventano gli attori». Lo pensa la francese Maïwenn, autrice di Mon Roi, forte del fatto che nella storia degli Oscar, per le registe uno soltanto (Kathryn Bigelow per The Hurt Locker nel 2010) sia in quota rosa. Però il discorso cambia radicalmen­te quando si parla di attrici. Non solo dominano lo schermo, ma mai come ora spuntano storie con coppie al femminile. Film in preparazio­ne, in uscita, appena passati. Film francesi, film americani, film italiani. Paolo Virzì si è tuffato nei misteri dell’animo femminile e non voleva uscirne più dopo aver chiuso il set di La pazza gioia con sua moglie Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi: «Non potevo raccontare questa storia di donne bizzarre, vessate e sottoposte alle peggiori afflizioni senza darmi alla commedia avventuros­a».

Oggi esce Carol di Todd Haynes, che racconta l’amore lesbo nella New York degli anni 50 tra una giovane commessa (Rooney Mara) e una malinconic­a, affascinan­te signora altoborghe­se (Cate Blanchett). Sdoganato dal magnifico La vita di Adele con cui Kechiche nel 2013 si aggiudicò la Palma d’oro a Cannes, il filone lesbo è uno dei più ispirati. Da Eva contro Eva a Eva «con» Eva, è un tabù che se ne va. Nella proliferaz­ione di coppie al femminile, che a Hollywood hanno soppiantat­o i giustizier­i maschi, giocano un ruolo sia le strategie di marketing, che il tema della solidariet­à tra donne. Concetto su cui insiste Daniele Vicari per il suo film Sole, Cuore, Amore, di cui sono protagonis­te Isabella Ragonese e Eva Grieco. L’amicizia rosa riapparirà in La vita possibile di Ivano De Matteo, dove Margherita Buy fugge dalle violenze domestiche cercando riparo nella casa bohémien di Valeria Golino, che commenta così il fenomeno dei duetti al femminile: «È qualcosa di piacevolme­nte anomalo, speriamo non sia una moda passeggera». Dove ti giri, c’è un manifesto con attrici e basta. Ricordate Sils Maria? Juliette Binoche ex diva alle prese con i fantasmi del passato e le «rivali » , l’assistente Kristen Stewart e Chloë Grace Moretz. Ricordate Il segreto dei suoi occhi con Nicole Kidman e Julia Roberts nei panni di una poliziotta infagottat­a?

Vediamo cosa ne pensano gli uomini. Carlo Verdone: «Le donne stanno emergendo in tutto il mondo, il cinema è quasi in ritardo, mentre nella politica a Bruxelles...Io ricordo Truffaut, Godard, Ingmar Bergman, Antonioni, magnifici cantori della donna. Oggi chi c’è?». Nel suo cinema, Carlo, le donne come ne escono? «Nei miei primi film l’uomo era all’angolo, un pugile suonato, era la donna che decideva, quanti imbranati ho interpreta­to, uomini indecisi a tutto. Dopo c’è stata la fragilità che ha coinvolto entrambi i sessi, ed è tornata la parità. Ora c’è un riscatto della donna». «La sensazione — dice Cristina Comencini (con Matrimoni un’antesignan­a delle commedie rosa — è che mentre a noi piacciono i film con gli uomini protagonis­ti, non è vero il contrario. E mentre in Usa c’è una grande lotta per cambiare le cose, in Italia siamo indietro e le registe non arrivano alle dita di due mani proprio per questo motivo: nelle serie tv, a parte quelle generalist­e, le donne spaventano, non ci sono, c’è resistenza nei produttori». Io adoro i film western e di guerra, dove trovi solo attori, ma hanno un respiro universale che comprendon­o noi donne». Per Cristina «il confronto col maschio è fondamenta­le»; sta preparando La scena: tra due amiche (Micaela Ramazzotti e Paola Cortellesi) capita un ragazzo giovane (Edoardo Valdarnini), è la storia di una reciproca educazione sentimenta­le.

Uno dei temi è dunque l’amore lesbo. In chiave di commedia, ecco Io e lei di Maria Sole Tognazzi con la coppia Buy-Ferilli, mentre in chiave di denuncia sociale ecco Freeheld: la detective Julianne Moore malata di cancro vuole lasciare la sua pensione alla compagna, Ellen Page, e si scontra col bigottismo ipocrita. Julianne nella sua sarabanda di ruoli antiborghe­si con Anne Benning si era già trovata ( The Kids Are All Right) nella perfetta famiglia lesbica. La regista, Lisa Cholodenko impiegò «cinque anni per realizzarl­o, in America la giudicavan­o una storia negativa». Se affermare che il cinema è donna non vale più di uno slogan, perlomeno la strada giusta è stata imboccata.

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Insieme «Carol» di Todd Haynes racconta l’amore tra una giovane commessa (Rooney Mara) e una malinconic­a signora altoborghe­se (Cate Blanchett)

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