Corriere della Sera

«Sfido i ragazzi dei talent con la mia maturità rock»

Ruggeri torna a Sanremo: all’Ariston ho fatto anche errori

- Stefano Landi

Carlo Conti punta su Virginia Raffaele. La comica romana sarà la sua spalla comica per cinque serate. L’ufficialit­à non è ancora arrivata, ma dal Festival di Sanremo giungono le prime conferme. Per Virginia Raffaele si tratta di un ritorno: già l’anno scorso era stata ospite durante la quarta serata del Festival, imitando prima Ornella Vanoni e poi un centralino telefonico che si inceppava continuame­nte. Promossa dunque sul campo, perché nel 2015 quanto a comici non andò benissimo: Pintus si inceppò pur senza fare il centralino telefonico, Alessandro Siani si fece autogol prendendo in giro un bambino sovrappeso. In passato anche le imitazioni di Virginia Raffaele non sono state prese bene dagli imitati. L’anno difficile ci sia qualcuno disposto a sequestrar­e il telecomand­o di famiglia per votarmi».

Nell’era dello streaming e dei social network, è mutato anche il significat­o di Sanremo. «Resta un evento unico nel catalizzar­e l’attenzione per una settimana. Anche se inquinato dal gossip, porta la musica in vetrina. È come un gioco di società: se fosse solo una parata di cantanti non lo vedrebbe così tanta gente». Intanto sono passati 36 anni dal primo sbarco all’Ariston. Correva l’anno 1980 e coi Decibel cantava «Contessa». «Arrivavamo da Londra in stile punk circondati da artisti coi capelli cotonati. Sembravamo marziani: oggi con YouTube è più difficile sorprender­e, tutto è già visto». Un ricordo di quel giorno? «La sfrontatez­za dei miei 22 anni, la spavalderi­a per cui ero certo di lasciare un segno. Non sono d’accordo con i colleghi che ripetono il mantra dell’emozione che genera quel palco. Io mi commuovo quando qualcuno si muove per venire a vedermi, a Sanremo il pubblico non è lì per te».

Ruggeri attinge dall’albo dei ricordi. «Nell’87 dopo la vittoria con “Si può dare di più”, gli operai della casa discografi­ca revocarono la cassa integrazio­ne per stampare le copie del disco». C’è anche qualcosa che non rifarebbe. «Nel 2003, portavo “Nessuno tocchi Caino” e mi presentai in sala stampa con Leroy Orange, condannato a morte graziato. Avevo esagerato». In gara, la delusione maggiore fu l’anno prima. «Con “Primavera a Sarajevo” pensavo di vincere». scorso protestò proprio la Vanoni («Sono stata abbastanza male. È stata pesante, pesantissi­ma... Anche al limite della volgarità»). La criminolog­a Roberta Bruzzone aveva invece minacciato querela per una parodia che trovava «disdicevol­e e offensiva» e per «una performanc­e che si allinea al più becero maschilism­o». ( R. Fra.)

Il mio brano non parla di episodi ma di stati d’animo È robusto, inizia in un modo e finisce in un altro: a me piace anche se forse non è di moda Nel 2003 esagerai portando un ex condannato a morte graziato in sala stampa Nel 2002 la delusione: pensavo di vincere con «Primavera a Sarajevo»

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